
La situazione delle acque nordamericane non è mai stata così pericolosa: da un lato i leoni marini sempre più aggressivi per via dell'acido domoico, una neurotossina prodotta soprattutto dalle alghe a seguito del cambiamento climatico, dall'altro nei laghi tra Stati Uniti e Canada c'è un fiorire delle lamprede che, di fatto, decimano la popolazione dei pesci.
I bagnanti della California sono stati caldamente invitati a prestare attenzione ai leoni marini malati che mostrano un comportamento insolitamente aggressivo nei confronti delle persone. Le autorità hanno raccomandato di mantenersi ad almeno cinquanta metri di distanza dai leoni marini.
Il direttore esecutivo del Channel Islands Marine & Wildlife Institute, Sam Dover, ha detto che nell'arco di una manciata di giorni sette leoni marini, ammalatisi a causa delle neurotossine prodotte dalle fioriture di alghe in mare aperto, avevano morso otto persone. “Ci sono stati diversi morsi anche nella contea di Los Angeles”, ha dichiarato Dover.
Il motivo di tale aggressività risiede nell'acido domoico prodotto dalle fioriture delle alghe. Sebbene gli eventi di fioritura di alga nociva che si verificano naturalmente non siano una novità, oggi si assiste a un numero senza precedenti di animali che si ammalano.
Secondo gli studiosi i cambiamenti climatici, il conseguente riscaldamento delle acque marine e l'aumento dell'inquinamento da sostanze nutritive sono circostanze ambientali che possono intensificare la comparsa di questa sostanze tossica, anche in luoghi non precedentemente interessati dal fenomeno. L'acido domoico si accumula in piccoli pesci, come sardine e acciughe, che vengono poi mangiati dai leoni marini in grandi quantità. Questo acido attacca il cervello e il cuore causando convulsioni e insufficienza cardiaca.
Se non viene trattato, l'acido domoico può provocare danni cerebrali permanenti. In condizioni normali, infatti, la tossina viene eliminata naturalmente dal sistema dell'animale con il tempo, ma i leoni marini, essendo esposti ripetutamente alla tossina, subiscono effetti più gravi e duraturi.
Si tenga presente che da maggio centinaia di leoni marini sono stati trovati malati o morti a causa delle fioriture sulle spiagge della California centrale e meridionale.
Spostandoci nella zona dei Grandi Laghi, tra gli USA e il Canada, è stato registrato un aumento della popolazione della lampreda di mare (Petromyzon marinus). Questo pesce parassita, spesso soprannominato "pesce vampiro", noto per la sua propensione ad agganciarsi e a prosciugare i fluidi vitali di altri pesci, ha ripreso a manifestarsi soprattutto dopo la pandemia.
Le lamprede di mare sono una specie originaria dell'Oceano Atlantico con una discendenza che risale a oltre 340 milioni di anni fa. Sono rimaste immutate attraverso quattro eventi di estinzione significativi, sopravvivendo a molte altre specie.
Pur assomigliando alle anguille, si distinguono per la loro struttura scheletrica unica, costituita da cartilagine e da un apparato orale quanto meno unico nel suo genere: un grande disco succhiante pieno di denti affilati a forma di corno che circonda una lingua raspante e affilata. Il metodo di alimentazione della lampreda di mare ricorda le storie dei vampiri. Si assicurano alla preda con la loro bocca a ventosa, raschiando le squame e la pelle del pesce con la loro lingua affilata. Si nutrono dei fluidi corporei dell'ospite secernendo un enzima che impedisce la coagulazione del sangue, simile al meccanismo di alimentazione di una sanguisuga.
Nel loro habitat nativo nell'Oceano Atlantico, le lamprede di mare si sono evolute insieme ad altri pesci, sviluppando la capacità di nutrirsi dei loro ospiti senza ucciderli. Tuttavia, le lamprede di mare presenti nei Grandi Laghi sono molto più letali che altrove, perché in queste aree questo rapporto di co-evoluzione è venuto meno. Ogni lampreda di mare può decimare fino a 40 chili di pesci durante il suo periodo di alimentazione di 12-18 mesi.
Nei Grandi Laghi, i pesci spesso soccombono al parassitismo della lampreda di mare, morendo direttamente a causa dell'attacco o delle successive infezioni. Anche i sopravvissuti mostrano segni di perdita di peso e di declino della salute generale.