L’estinzione del pinguino imperatore potrebbe arrivare entro il 2100

I cambiamenti climatici potrebbero portare entro i prossimi 80 anni all’estinzione dei pinguini imperatore. Questa specie rischia infatti di scomparire a causa della perdita di ghiaccio nel loro habitat, E ancora una volta, sono gli stessi scienziati a lanciare l’allarme e a chiedere l’intervento tempestivo dei Governi.
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Gaia Cortese 13 Novembre 2019

Il pinguino imperatore è sempre più a rischio. Potrebbe infatti estinguersi entro la fine del secolo se i governi non faranno qualcosa per contrastare i cambiamenti climatici. D’altronde l’indifferenza davanti al grido di allarme lanciato da tempo, l’incapacità di far fronte a un’emergenza più che evidente, non può che portare all’aggravarsi di una situazione di per sé già complessa.

Ne avevamo già scritto in un precedente articolo in cui venivano elencati le principali minacce nei confronti di questa specie, dalla pesca industriale su pesci e crostacei, principale sostentamento di questa specie, alle difficoltà nel riprodursi in un habitat sempre meno adatto a causa dello scioglimento dei ghiacci e all’aumento delle temperature. La scomparsa del ghiaccio marino colpisce direttamente i pinguini imperatori in quanto questa specie fa affidamento su di esso per la stagione riproduttiva che dura ben nove mesi; il ghiaccio è poi fondamentale per avere accesso al mare e procacciarsi il cibo e come luogo per il processo della muta.

Un nuovo allarme lo lancia Stephanie Jenouvrier, scienziata della Woods Hole Oceanographic Institution e autrice dello studio pubblicato sulla rivista Global Change Biology: “I pinguini sono una specie che ci sta avvertendo sugli effetti futuri dei cambiamenti climatici. Dovremmo ascoltarli e attuare politiche per raggiungere l'obiettivo dell'accordo di Parigi. E dobbiamo farlo ora”.

Il team della Jenouvrier ha infatti ammonito su quanto il futuro dei pinguini imperatori dipenda dagli sforzi internazionali sul clima piuttosto che dalla capacità di adattamento della specie. Nel loro studio i ricercatori hanno ipotizzato tre diversi scenari basati proprio sulle potenziali future condizioni climatiche, facendo anche delle proiezioni su come e dove il ghiaccio marino potrebbe sciogliersi e su come le colonie di pinguini potrebbero reagire ai cambiamenti del loro habitat.

Bastano due gradi in più per minacciare seriamente i pinguini imperatore.

Se i Governi raggiungeranno l'obiettivo più complesso dell'accordo sul clima di Parigi, ossia far sì che l'aumento della temperatura globale si mantenga entro un 1,5°C, entro il 2100 il 5 per cento del ghiaccio marino andrebbe perso, provocando un calo del 19 per cento nel numero di colonie di pinguini imperatore.

Se la temperatura aumentasse di 2°C, le condizioni sarebbero ben più drammatiche: la perdita di ghiaccio marino sarebbe quasi triplicata e più di un terzo delle colonie di pinguini imperatori esistenti scomparirebbero entro la fine del secolo.

Ma cosa accadrebbe se gli accordi non venissero rispettati e le temperature aumentassero di oltre 2°C? Lo scenario che si prospetterebbe sarebbe drastico e i pinguini imperatori sarebbero condannati all'estinzione.

Fonte | Wiley Online Library