Libia devastata dalla tempesta Daniel, inondazioni a Derna: i 2.000 morti sono colpa della crisi climatica

Dopo aver colpito duramente la Grecia, il ciclone Daniel si è diretto in Libia dove ha distrutto due dighe e provocato piogge torrenziali che hanno inondato diverse città. I danni maggiori si riportano a Derna, ma è tutto il nordest del Paese a essere sott’acqua. È l’ennesimo evento estremo che colpisce il bacino del Mediterraneo in questi mesi.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Giulia Dallagiovanna 12 Settembre 2023

Il ciclone Daniel avrebbe provocato già più di 2mila morti nel nord-est della Libia, dove si è abbattuto a partire da Domenica. Venti da 180 chilometri all'ora e precipitazioni intense e violente, che nel giro di poche ore hanno scaricato dai 50 ai 250 millimetri cubi di pioggia. La città più colpita è Derna, che secondo il "governo dell'est", non riconosciuto a livello internazionale, sarebbe ora "zona disastrata". Il centro abitato che si affaccia sul Mediterraneo conta più di 100mila abitanti ed è ubicato alla fine dell'omonimo fiume sul quale erano state costruite due dighe. Dighe che le piogge torrenziali hanno spazzato via facendo riversare su abitazioni ed edifici fino a 33 milioni di metri cubi di acqua. Ma è un'intera zona a essere stata travolta dalla tempesta, che ora sembrerebbe diretta verso l'Egitto. Le notizie che arrivano dal Paese nordafricano sono ancora frammentate e complicate dalla difficile situazione politica che vede contrapposti due governi, ma sono sufficienti a constatare una volta di più come la crisi climatica sia un'emergenza da affrontare subito.

Cosa c'entra la crisi climatica? La tempesta Daniel è l'ennesimo evento estremo che colpisce il bacino del Mediterraneo nell'estate 2023. Si tratta di un TLC, ovvero un Tropical-like-cyclon, che ha già provocato morti e distruzione in Grecia, Bulgaria e Turchia prima di raggiungere la Libia. La sua formazione è stata favorita dall'innalzamento delle temperature dei mari che risultano anche di 3°C o 4°C gradi superiori alla media stagionale. Quando arriva un fronte di aria fredda, la grande quantità di energia termica che si è accumulata si trasforma in cinetica e dà vita a un moto vorticoso, tipico degli uragani. È quindi un altro effetto del caldo record che abbiamo vissuto in questi mesi e che provocato inoltre un aumento della quantità di acqua evaporata e poi rilasciata. Una conseguenza evidente e tragica della crisi climatica in corso.

Ad oggi si conterebbero già tra i 5mila e i 6mila dispersi, sebbene il governo di Tripoli si mantenga più cauto e abbia parlato di 250 morti e centinaia di dispersi. L'esecutivo ha inoltre annunciato di aver inviato 50 ambulanze e 75 medici assieme a decine di scavatori per favorire le operazioni di soccorso e di messa in sicurezza. Ali al-Gatrani, il vice primo ministro del "governo dell'est" ha chiesto aiuti alla comunità internazionale per l'apertura di un corridoio umanitario marittimo che favorisca l'evacuazione da Derna: la città risulta infatti completamente isolata, senza elettricità e senza collegamenti via terra.

In totale, è stata coinvolta un'area compresa tra Bengasi, il più importante centro della Cirenaica, Sousse, al-Mary e al-Bayda, la quarta città più grande della Libia dove sono già stati accertati almeno 13 morti. Anche Cirene, un importantissimo sito archeologico che ha dato il nome alla regione storica della Cirenaica, sarebbe inondata. In alcune strade il livello dell'acqua avrebbe raggiunto i 3 metri. Quattro porti petroliferi importanti intanto sono stati chiusi per preocauzione.

A livello internazionale, si sono già mobilitati Tunisia, Egitto, Algeria e Qatar, mentre il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha detto di essere in contatto con le autorità libiche e che l'Italia sta valutando quali aiuti inviare.

La tempesta Daniel ha circondato l'Italia senza colpirla solo per un soffio. Ma ha provocato morti e distruzione nell'est Europa e in diversi Paesi vicini. Come facciamo a non considerare il cambiamento climatico una priorità?