L’impianto italiano che sa come riciclare i prodotti assorbenti, ma non può

A oltre un anno dall’entrata in vigore del decreto End of waste, manca ancora l’autorizzazione industriale per dare nuova vita a pannolini e assorbenti.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Gianluca Cedolin 3 Novembre 2020

È passato più di un anno dall'approvazione del decreto End of waste, con il quale i prodotti assorbenti per la persona diventavano materia seconda, e potevano essere trasformati in nuovi oggetti e materiali rivendibili. Un provvedimento importante per l'economia circolare e per eliminare una quantità importante, quasi un milione di tonnellate, di rifiuti che ogni anno finivano nell'indifferenziato. In quell'occasione ti avevamo raccontato del primo stabilimento al mondo in possesso di una tecnologia per trasformare i prodotti assorbenti in sedie, mollette e altri oggetti: è a Spresiano, in provincia di Treviso, un progetto totalmente made in Italy. Ancora oggi, però, l'impianto non ha ricevuto l'autorizzazione industriale a compiere questo processo, e non può quindi mettere in atto il riciclo di assorbenti, pannolini e pannoloni.

Uno stallo dovuto sostanzialmente a intoppi burocratici, che impedisce allo stabilimento di lavorare a regime: «Non solo non possiamo andare a piena capacità, ma non possiamo neppure mettere sul mercato le nostre materie prime seconde», ha detto durante l'Ecoforum di Legambiente Giovanni Teodorani Fabbri, il general manager della FaterSmart, l'azienda che con la Contarina Spa ha sviluppato la tecnologia. La FaterSmart ha già siglato alcuni contratti per la fornitura delle materie prime seconde, ma senza l'autorizzazione industriale (che deve arrivare a livello locale) il decreto End of waste non può essere pienamente esecutivo.

L'azienda è entrata anche nella raccolta dei rifiuti assorbenti, sviluppando dei cassonetti intelligenti in grado di trattare questi prodotti e soprattutto di incentivare uno smaltimento corretto da parte delle persone. Per questo Teodorani Fabbri ha chiesto alle istituzioni di potenziare le infrastrutture per la raccolta differenziata e di accelerare i procedimenti autorizzativi, nel rispetto degli standard di sicurezza. Solo quando arriverà l'ok, allora lo stabilimento di Spresiano potrà iniziare a processare i rifiuti assorbenti e a dargli una nuova vita, trasformandoli in mollette, prodotti per l'edilizio e l'automotive, imballaggi, nuovi prodotti assorbenti. Sarebbe un grande passo in avanti per l'economia circolare made in Italy.