
Quante volte hai sognato un'escursione ai famosissimi Faraglioni di Capri, simbolo internazionale della bellezza delle nostre coste? Nel caso, non ti farà piacere sapere che anche un'area così importante a livello naturalistico come quella del Golfo di Napoli è minacciata dall'inquinamento, dovuto in particolare alla plastica. Lo spiega meglio di mille parole il ritrovamento qualche settimana fa, da parte di un peschereccio partenopeo, di un sacchetto di patatine risalente addirittura al 1983.
Si tratta di un periodo di quasi quarant'anni. Ti sembrerà tanto, ma per la plastica è purtroppo solo l'inizio di un percorso di decomposizione che può durare anche diversi secoli. Le conseguenze, come puoi immaginare, sono durissime per i fondali, per gli organismi che abitano gli ecosistemi marini e per le economie costiere. Sono ben otto milioni le tonnellate di plastica che finiscono nei mari ogni anno, su un totale di circa 450 milioni prodotte ogni 12 mesi.
Sono inoltre circa 700 le specie marine interessate dall'inquinamento di materie plastiche: un dato preoccupante per la sopravvivenza degli organismi marini e per la nostra alimentazione. La situazione potrebbe peggiorare ulteriormente, stando a un rapporto della Ellen MacArthur Foundation, in mancanza di azioni determinate. Nel 2050 il peso dei rifiuti di plastica potrebbe infatti essere maggiore di quello dei pesci.
Come poter invertire questo trend? Il recepimento da parte del nostro paese della direttiva comunitaria ‘Single Use Plastics', che vieta la commercializzazione di moltissimi beni in plastica monouso, va senza dubbio nella direzione giusta. Ma è ancora troppo poco per realizzare gli obiettivi ambiziosi fissati in provvedimento come il Piano per l'economia circolare dell'Unione Europea. Serve infatti non solo consumare il meno possibile plastica a livello di singoli, superando la cosiddetta ‘cultura del monouso'. Ma anche finanziare in maniera maggiore la ricerca su materiali innovativi, fondamentali per lo sviluppo di un ‘packaging sostenibile' necessario alla transizione ecologica della nostra economia. E alla salvezza dei nostri mari.