L’inquinamento non perdona: un piccolo bicchiere di plastica uccide una femmina di capodoglio

Trovata sulle coste del comune di Malpica, in Spagna, il capodoglio è morta dopo pochi minuti. Durante l’autopsia è stato ritrovato un bicchiere di plastica, che ha causato forti dolori al cetaceo, che si è arenato. Insieme a lei c’era il suo cucciolo, anche lui soccorso e poi rimesso in libertà.
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Francesco Li Volti 27 Novembre 2020

Ancora un morto. E a causa di una malattia che attanaglia l'umanità da qualche decennio. Il killer ha un solo nome ed è inquinamento. Quell'inquinamento causato dall'essere umano che, ancora una volta, si dimentica degli effetti del suo comportamento scellerato.

Stavolta è stata una femmina di capodoglio pigmeo (Kogia breviceps) a perdere la vita, dopo aver ingoiato un semplice bicchiere di plastica. Pensa un po', quel piccolo bicchiere gettato a mare con leggerezza, ha provocato la morte di un gigante marino, ritrovato successivamente sulla costa del comune di Malpica, nella zona nord-occidentale della Galizia, in Spagna.

La balena era insieme al suo piccolo (poi rimesso in libertà) ed è stata immediatamente soccorsa dai volontari, che non hanno potuto fare molto se non alleviarle i dolori. Dopo pochi minuti infatti ha smesso di respirare.

Uno dei soccorritori del Coordinamento per lo studio dei mammiferi marini (CEMMA), Jose Manuel Perez, ha dichiarato che durante l'autopsia è stato ritrovato un bicchiere di plastica che ha irrimediabilmente lesionato le pareti dello stomaco.

Nel Mediterraneo si stima siano rimasti meno di 2.500 individui maturi di capodoglio, una sottopopolazione separata da quella oceanica. Negli ultimi dieci anni nel 33% dei casi sono stati ritrovati frammenti di plastica nei loro stomachi e il 4% di questi cetacei è stato ritrovato avvolto dai resti di reti abbandonate.