
Che nelle città italiane la qualità dell’aria non sia proprio delle migliori, non è certo una novità. Non a caso sono diverse le misure adottate dalle varie amministrazioni per consentire ai cittadini di respirare meglio. Eppure il percorso sembra ancora troppo lungo e travagliato. E a dirlo, purtroppo, sono i dati di chi, la qualità dell’aria, la tiene monitorata costantemente.
Nel suo rapporto Mal’Aria 2019, aggiornato al 31 marzo, Legambiente ha segnalato che, a partire da inizio anno, sono già 17 i capoluoghi che hanno registrato livelli di PM10 oltre la norma di legge. Infatti, informa l’associazione, per ogni città sono consentiti 35 giorni all’anno di sforamento dei livelli di particolato e polveri sottili, e queste 17 città li hanno ampiamente superati ad appena tre mesi dall’inizio del 2019. In testa a questa ben poco onorevole classifica c’è Torino, che ha già registrato 52 sforamenti.
Ecco la triste classifica degli sforamenti:
In Veneto in particolare, la situazione è tragica. Pare infatti che tutti i suoi capoluoghi, ad eccezione di Belluno, abbiano già superato i livelli consentiti. Vista la drammaticità della situazione, Legambiente ha deciso di lanciare una petizione per chiedere al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di approvare il decreto che dovrebbe autorizzare la circolazione della micro-mobilità elettrica nei Comuni.