Livelli dei fiumi ai minimi storici in Emilia Romagna e in difficoltà nel Veneto

L’Anbi si dice preoccupata per la situazione di alcuni corsi d’acqua in Emilia Romagna come il fiume Secchia che ha raggiunto il minimo storico: problemi anche in Veneto e in altre zone d’Italia dove vi è una forte carenza idrica.
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Alessandro Artuso 13 Maggio 2020

Le scarse piogge degli scorsi mesi sono causa di una forte siccità che preoccupa, e non poco, per la salute dei fiumi. In Emilia Romagna, ad esempio, l'Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue ha scoperto che il fiume Secchia è sceso sotto il minimo storico con 2,57 metri cubi al secondo (nel 2019, in questo periodo, erano 187,82 metri cubi al secondo). Risultano in grave difficoltà anche altri fiumi come Savio, Taro e Trebbia che hanno dimezzato la loro portata d'acqua.

I dati

Sotto controllo anche il fiume Po che dimezza la sua portata, anche se non si parla di allarme (almeno al momento). Mantengono una posizione sotto la media anche i principali fiumi del Veneto, eccezion fatta per il Piave: Adige -13%, Brenta -47% e Bacchiglione -60%.

I dati sono stati commentati dal presidente dell'ANBI Francesco Vincenzi che ha parlato di problemi in numerose zone d'Italia: "Guardiamo con giustificata apprensione il problema delle disponibilità irrigue in due regioni, come l’Emilia Romagna ed il Veneto, fondamentali per l’agroalimentare italiano, già fortemente colpito dalla crisi idrica nel Meridione. Per questo riteniamo fondamentale l’azione programmatoria, che andranno a sviluppare le Autorità di Bacino Distrettuale". 

La situazione italiana

Come ti avevo già spiegato alcuni laghi mostrano una crescita, seppur tutti sono sotto la media stagionale (in molti casi la situazione non è così preoccupante), sempre secondo quanto riportato dall'Anbi. Positiva la situazione del lago di Bracciano nel Lazio e della diga di Penne in Abruzzo che ha raggiunto il record di afflusso delle acque dal 2017 fino a ora: in linea con i dati del 2019 anche la Sardegna.

Gravissima la condizione della Puglia che ha una carenza idrica pari a 122 milioni di metri cubi rispetto al 2019. Migliorano di poco i dati della Calabria (12 milioni di metri cubi nella diga di Sant'Anna) e in Sicilia (-61,63 milioni di metri cubi rispetto al 2019) seppur si parli, ancora, di crisi idrica: anche in Basilicata mancano oltre 66 milioni di metri cubi se si fa un paragone con lo scorso anno.