Lo smog uccide: ecco quante sono in Italia e in Europa le morti premature per colpa dell’inquinamento atmosferico

L’Agenzia Europea dell’Ambiente ha pubblicato delle stime relative al 2019. Il nostro Paese è secondo per decessi da Pm2,5 e primo per quelli causateidal biossido di azoto.
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Gianluca Cedolin 23 Novembre 2021

Viviamo in un mondo inquinato, respiriamo continuamente sostanze nocive per la salute e per l'ambiente, soprattutto chi, come la maggior parte di noi, vive nei centri urbani. Nonostante gli sforzi per ridurre l'inquinamento, rendere sostenibili i trasporti, le industrie e la vita di tutti i giorni, c'è ancora troppo smog nell'aria. In una recente analisi, l'Agenzia Europea dell'Ambiente (Eea) ha pubblicato delle stime sulle morti premature a causa dei principali inquinanti dell'atmosfera in Europa. I numeri sono relativi al 2019 e, seppur in calo, sono ancora molto rilevanti, e l'Italia purtroppo è tra i Paesi con il più alto numero di vittime.

In tutto, nel 2019, secondo l'Eea nei 27 Paesi membri dell'Unione Europea sono morte 307mila persone a causa dell'esposizione al Pm2,5, le particelle di particolato più sottili. Quasi 50mila di questi decessi sono avvenuti in Italia, al secondo posto in questa triste classifica (va ricordato chiaramente, parlando di numeri assoluti, che l'Italia è il terzo paese più popoloso dell'Unione europea dopo Germania e Francia).

Sempre secondo le stime dell'Agenzia, le morti premature causate dal biossido di azoto (NO2) sono state oltre 40mila, delle quali oltre 10mila in Italia, il paese con il più alto numero di vittime causate da questo inquinante. Sono invece circa 17mila i decessi causati dall'inquinamento da Ozono (O3), di cui 3.170 in Italia.

Le morti premature per l'inquinamento sono fortunatamente diminuite tra il 2019 e il 2018, soprattutto per quanto riguarda il biossido di azoto, e se guardiamo i numeri del 2005, i decessi causati dal Pm2,5 sono diminuiti del 33%, segno di una transizione ecologica che, pur lentamente, sta avvenendo, ma anche di un miglioramento dei sistemi sanitari. L'obiettivo stabilito dall'Unione europea nel Green Deal è di arrivare a un calo del 55% dei morti (rispetto al 2005) entro il 2030. In ogni caso, se tutti i Paesi avessero rispettato le linee guida stabilite dall'Oms sulla concentrazione limite di Pm2,5 consentita, già nel 2019 si sarebbe evitato il 58% dei morti.