L’Onu lancia l’allarme: “Troppe emissioni, rischiamo un aumento di temperatura di 3.1°C”

L’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) ha recentemente lanciato un allarme preoccupante: se non si dovessero fermare le emissioni di gas serra, la temperatura globale potrebbe aumentare di 3.1°C entro la fine del secolo. Questo avvertimento è stato evidenziato nel rapporto annuale del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP), noto come Emissions Gap Report 2024.
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Mattia Giangaspero 25 Ottobre 2024

"Le nazioni devono impegnarsi collettivamente a ridurre del 42% le emissioni annuali di gas serra entro il 2030 e del 57% entro il 2035 nel prossimo ciclo di contributi determinati a livello nazionale (NDC), e a sostenere tale impegno con azioni rapide, altrimenti l'obiettivo di 1,5°C dell'accordo di Parigi verrà meno nel giro di pochi anni".

Inizia così il nuovo rapporto del UNEP redatto il 24 ottobre 2024, il quale sottolinea come ogni Paese adesso abbia il compito di portare avanti un percorso di transizione energetica ed ecologica per evitare che la Terra collassi dal punto di vista climatico.

L'UNEP ha dichiarato lo scenario peggiore in assoluto per quanto riguarda l'aumento delle temperature. Scenario che fino a qualche anno fa vedeva l'aumento di 1.5 gradi come probabile e come problematico. Adesso invece questo aumento non solo è certo, ma potrebbe anche non essere di 1.5 gradi, ma superiore.

E questo perché, sempre secondo il rapporto, anche se tutti i paesi rispettassero gli impegni attuali di riduzione delle emissioni, la temperatura globale aumenterebbe comunque di almeno 2.6°C, ben oltre il limite di 1.5°C stabilito dall'Accordo di Parigi. 

Secondo scienziati e ricercatori che hanno contribuito alla stesura del rapporto, lo scenario del +3.1 grado porterebbe a un incremento significativo degli eventi meteorologici estremi, come ondate di calore, incendi boschivi, tempeste, uragani in stile Helene o Milton, siccità e inondazioni.

Inoltre, l'innalzamento del livello del mare minaccerebbe le comunità costiere e la perdita di biodiversità sarebbe devastante.

"Il divario delle emissioni non è una nozione astratta"

António Guterres, Segretario generale delle Nazioni Unite, in un messaggio video sul rapporto

Per evitare questo scenario, l'ONU ha sottolineato l'urgenza di azioni immediate e su larga scala. È necessario ridurre le emissioni globali del 42% entro il 2030 e del 57% entro il 2035 rispetto ai livelli del 2019. 

Questo richiede un impegno collettivo da parte di tutti i paesi, con particolare responsabilità per le nazioni del G20, che rappresentano circa l'80% delle emissioni globali.

Il rapporto del UNEP evidenzia che esistono già le tecnologie necessarie per ridurre significativamente le emissioni. L'energia solare e eolica, ad esempio, potrebbero contribuire a ridurre le emissioni del 27% entro il 2030. Tuttavia, per raggiungere questi obiettivi, è necessario un aumento massiccio degli investimenti, stimati tra 900 miliardi e 2.1 trilioni di dollari all'anno fino al 2050.

"Il momento critico per il clima è arrivato. Abbiamo bisogno di una mobilitazione globale su una scala e un ritmo mai visti prima, a partire da adesso, prima del prossimo ciclo di impegni sul clima, altrimenti l'obiettivo di 1,5 °C sarà presto morto e ben al di sotto dei 2 °C prenderà il suo posto in terapia intensiva", ha affermato Inger Andersen, Direttore esecutivo dell'UNEP.

Nonostante alcuni progressi, le emissioni globali continuano a crescere. Nel 2023, le emissioni di CO2 legate all'energia hanno raggiunto livelli record, con un aumento dell'1.3% rispetto all'anno precedente.

L'allarme lanciato dall'ONU è un chiaro segnale che il tempo per agire sta rapidamente esaurendosi. La comunità internazionale deve mobilitarsi immediatamente per ridurre le emissioni di gas serra e limitare l'aumento della temperatura globale. Solo attraverso un impegno collettivo e azioni concrete possiamo sperare di evitare le conseguenze più devastanti del cambiamento climatico.

Fonte Rapporto UNEP