L’ornitorinco vicino all’estinzione: l’habitat si è ridotto fino al 22%

Questo strano animale, per molti un mix tra l’anatra e il castoro, era molto diffuso in Australia. Già, era. Perché a oggi il suo habitat si è ridotto al 22% a causa della presenza dell’uomo. Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Biological Conservation ha evidenziato come l’ornitorinco deve essere immediatamente declassato a specie “in pericolo di estinzione”.
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Francesco Li Volti 25 Novembre 2020

L'ornitorinco è uno degli animali più improbabili della natura. Così improbabile che i primi scienziati che lo studiarono pensavano si trattasse di uno scherzo di qualche malpensante. Solitamente viene descritto come un misto di molti altri animali: un'anatra con il becco e le zampe palmate, la pelliccia e il corpo di una lontra e la coda di un castoro.

Anche se non sembra, l'ornitorinco è anche particolarmente velenoso: i maschi hanno pungiglioni affilati sui talloni posteriori e possono usarli per sferrare un forte colpo tossico a tutto ciò che si avvicina troppo. Cacciano il cibo utilizzando il becco, che rileva i campi elettrici generati dalle contrazioni muscolari della sua preda. Raccolgono insetti e larve, crostacei e vermi, insieme a pezzetti di ghiaia e fango dal fondo. Tutto questo materiale viene conservato nelle guance e, in superficie, schiacciato per essere consumato.

Ma un tempo gli ornitorinchi erano diffusissimi in Australia orientale e in Tasmania, cosa che oggi non è più così scontata. Se fino al 1905 era larga pratica cacciare l'ornitorinco per la sua pelliccia, ciò non significa che tuttora sia esente da altre minacce.

Un nuovo studio ha esaminato per la prima volta quali siano i rischi di estinzione di questo animale e ha scoperto che la siccità australiana sta avendo un impatto enorme, con i fiumi che si prosciugano e gli ornitorinchi che si arenano. Gli altri fattori analizzati sono state le dighe che bloccano i loro movimenti, l'agricoltura che sta distruggendo le loro tane e gli attrezzi da pesca che possono annegarli.

La ricerca è stata condotta dal Centre for Ecosystem Science dell'Università del New South Wales (UNSW) di Sydney, finanziato attraverso un progetto dell'Australian Research Council e sostenuto dalla Taronga Conservation Society. Pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Biological Conservation, lo studio ha esaminato la devastante combinazione di minacce che ogni giorno subiscono queste specie, tra cui lo sviluppo delle risorse idriche, la bonifica dei terreni, i cambiamenti climatici e periodi di siccità, sempre più persistenti.

Lo studio ha evidenziato che, nelle attuali condizioni climatiche, a causa dello schiarimento e della frammentazione del terreno da parte delle dighe, il numero di ornitorinchi si è quasi dimezzato, portando le popolazioni locali al 40% e riducendo il suo habitat al 22%, convincendo l'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) a declassare il suo stato di conservazione a "quasi minacciato". Ma l'ornitorinco rimane non elencato nella maggior parte delle giurisdizioni in Australia, ad eccezione dell'Australia meridionale, dove è stato dichiarato come "specie in pericolo".