
Entro il 2040 il ghiaccio marino estivo del Polo Nord, ossia quello che rimane tutto l’anno offrendo rifugio a tutte le specie animali artiche, sarà ridotto a un lastrone posto tra Canada e Groenlandia: lo chiamano Last Ice Area, ossia l’ultimo rifugio dei ghiacci. A questo ritmo, se non sarà fatto qualcosa, entro il 2050, con grande probabilità perderemo quasi un terzo degli orsi popolari attualmente sul Pianeta. E non ne sono rimasti poi così tanti: se ne contano tra i venti e i venticinquemila.
Ormai non è una novità per nessuno: a causa dei cambiamenti climatici provocati dall'uomo, i ghiacci dell’Artico si stanno sciogliendo molto, anzi, troppo velocemente. L’habitat dell’orso polare, il più grande carnivoro terrestre del Pianeta, si trova tra i ghiacci del Polo Nord; qui si contano almeno 19 popolazioni di orsi polari tra Canada, Alaska, Russia, Isole Svalbard e Groenlandia.
L’orso polare vive dentro e fuori dall'acqua, ma è sulla banchisa di ghiaccio che caccia, si riproduce e alleva i propri cuccioli. Se il ghiaccio artico, l’ambiente che ha sempre permesso la sua sopravvivenza, continuerà a sciogliersi a questa velocità, presto l’orso si vedrà sempre più costretto a muoversi a nuoto tra lastroni di ghiaccio troppo distanti tra loro, e quindi sarà inevitabilmente esposto a rischi e pericoli sempre maggiori.
Senza considerare poi il problema della scarsità di cibo. La principale fonte alimentare degli orsi polari sono le foche, anch'esse in pericolo a causa dello scioglimento dei ghiacci. In mancanza di cibo, in un habitat sempre più ridotto, l’orso polare è costretto a percorrere lunghe distanze per procacciarsi nutrimento, raggiungendo anche zone abitate dall'uomo. Sono infatti sempre più frequenti i casi in cui alcuni esemplari di orso vengono avvistati nei pressi di alcune stazioni di ricerca, dove, se non si allontanano spontaneamente, rischiano anche di essere uccisi. Per salvare questo animale, avremmo necessità non solo della neutralità climatica, ma anche dell'arresto dell'invasione umana dell'Artico.
Lo scorso anno, in una riserva Inuit abbandonata dell'arcipelago polare canadese, il fotografo e attivista Paul Nicklen di National Geographic ha ripreso una scena straziante di un orso polare denutrito e ormai in fin di vita.
"È una scena che spacca il cuore, ma che abbiamo scelto di condividere per rompere il velo di apatia della nostra società", ha scritto il fotografo nella didascalia che accompagna il video postato sul suo profilo Instagram.