L’Unione Europea ha indicato di voler ridurre del 90% le emissioni entro il 2040: è realmente possibile? La risposta di Ecco

Avverrà una rivoluzione in ogni settore, non solo industriale. Ogni singolo Stato dovrà presentare dei piani per rispettare e raggiungere questo obiettivo. Ecco come potrai seguire quel che sarà il percorso da intraprendere e portare avanti.
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Mattia Giangaspero 1 Marzo 2024
Intervista a Dott. Davide Panzeri Responsabile Politiche Europee di ECCO - con un focus particolare sul framework macroeconomico per la transizione climatica, il pacchetto Fit for 55, REpowerEU e il Green Deal Industrial Plan.

Il 6 febbraio 2024 la Commissione europea ha presentato la propria raccomandazione sugli obiettivi di decarbonizzazione per il 2040. In occasione dell'approvazione dell'intero pacchetto di norme del "Green Deal", l'Ue ha voluto ribadire ai singoli Stati membri come sia fondamentale centrare alcuni obiettivi climatici, soprattutto quelli legati alla riduzione delle emissioni di gas serra. Insomma, comunque nulla di nuovo rispetto a quello che sapevamo già. In realtà proprio da queste raccomandazioni è uscito fuori un dato che c'ha fatto ragionare. L'intera Europa, attraverso il lavoro dei singoli Paesi dovrà ridurre del 90%-95% le emissioni gas serra prodotte fino a ora. Rifletti un attimo su questa percentuale: non ti sembra impossibile raggiungere un obiettivo del genere? Ragioniamo insieme: una percentuale del genere significherebbe rivoluzionare in soli 16 anni interi comparti in tutti i Paesi europei. Una rivoluzione massiva che suona come un diktat. Diktat che però non deve essere visto come imposizione, ma come letteralmente obbligo da parte di tutte le amministrazioni a non perdere neanche un secondo di tempo e correre a riqualificare tutti gli edifici esistenti sui territori, modificare lo sviluppo degli allevamenti intensivi, chiudere i rubinetti del gas (e l'Italia ne sta aprendo sempre di più). Per questi e altri motivi ci sembra veramente complicato arrivare a rispettare quella percentuale entro il 2040.

Allora abbiamo pensato di sentire direttamente uno dei massimi esperti di norme green europee che lavora per Ecco il think thank sul clima, Davide Panzeri.

Davide, non credi che la raccomandazione dell'Unione sulla riduzione delle emissioni sia quasi impossibile da rispettare? 

Si tratta di un'indicazione, non proprio di un'imposizione ed è in linea con le leggi ambientali già approvate, come la Fit for 55. Inoltre è in linea con l'obiettivo che l'Europa si è posta, ovvero quello di essere NetZero entro il 2050. Io credo che più che sul numero finale, dovremmo soffermarci, come Stato, sul percorso. Bisogna lavorare sul progresso della transizione ecologica che dobbiamo effettuare nel corso degli anni. Sappiamo benissimo che sarà un percorso costoso e anche che cambierà radicalmente la società, ma è inevitabile. Inevitabile perché i danni della crisi climatica sono maggiori. L'Unione stima una perdita di 170miliardi negli ultimi 5 anni.

L'alluvione in Emilia Romagna c'è costata 10 miliardi.

Se invece lavorassimo su una transizione energetica, l'Agenzia dell'Energia stima un mercato dei beni verdi di 650 miliardi di euro ogni anno a livello internazionale. Per cui è conveniente sviluppare sempre di più le nuove industrie di tecnologie verdi. Se dovessimo rimanere indietro ci sarebbe anche un grave danno economico e non solo ambientale.  Questo non possiamo permettercelo anche perché abbandoneremmo molte piccole medie imprese che invece devono effettuare la transizione. 

Come credi che possa diventare realtà tutto questo?

Bisognerebbe partire prima dalla base di quanto detto, proposto ed eventualmente applicabile. I problemi in questo senso sono due: comunicazione e attuazione. Mi spiego meglio: l'Europa ha proposto una guida, ha indicato il tracciato da seguire. Adesso sono i singoli Stati che devono procedere, come meglio credono per arrivare alla fine di quel tracciato. Purtroppo manca sempre questo aspetto nella comunicazione quando si parla di leggi europee. Questo lo dico anche perché ogni Stato attuerà leggi diverse per ridurre le proprie emissioni. L'Italia potrebbe puntare sulle case come dici tu, altre Nazioni hanno altre questioni da risolvere. Se fosse tutto fatto e scelto dall'Europa, questa dovrebbe prevedere 27 diverse leggi per ciascuno Stato membro.

Dove dovrei andare o chi dovrei ascoltare per capire cosa prevede il Piano dello Stato?

Allora, io sono un cittadino, ho un lavoro e una casa; se volessi capire cosa succederà a me di qui a 16 anni, dovrei andare a guardare PNIEC- Piano nazionale di energia e clima – in quanto c'è scritto quale sarà il percorso che, nel nostro caso, l'Italia porterà avanti. Questo piano dovrà essere costruito in dialogo con tutti i settori lavorativi e non per arrivare alle soluzioni definitive e concordate. La Commissione Europea e noi di Ecco rileviamo che questo piano, per il momento, è carente sulla ‘Quantificazione dei costi e Mitigazione degli impatti' e sono le cose più importanti da tenere in conto per affrontare una transizione. 

Qual è il settore dove più bisogna lavorare? 

Sicuramente il settore che tiene in mano anche tutti gli altri è quello energetico. Però tutti i settori verranno modificati e trasformati. Noi dobbiamo attuare una transizione energetica perchè è l'unica possibilità anche per ridurre i consumi e questo porta ad avere come conseguenza emettere meno.