L’Unione europea spreca più cibo di quello che importa

Nel 2021 l’Unione Europea ha sprecato 153,5 milioni di tonnellate di cibo, quindi oltre 15 milioni di tonnellate in più di quanto ne abbia importato. I prodotti agricoli arrivati dall’estero nello stesso anno, infatti, ammontano a 138 mln di tonnellate, per un costo complessivo di 150 mld di euro.
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Beatrice Barra 20 Settembre 2022
* ultima modifica il 13/12/2022

Nel 2021 l’Unione Europea ha sprecato 153,5 milioni di tonnellate di cibo, quindi oltre 15 milioni di tonnellate in più di quanto ne abbia importato. I prodotti agricoli arrivati dall’estero nello stesso anno, infatti, ammontano a 138 mln di tonnellate, per un costo complessivo di 150 mld di euro. Questi sono i dati che emergono dal rapporto No Time To Waste pubblicato oggi da Feedback EU. L’ong, appoggiata da altre 43 associazioni, chiede che entro il 2030 lo spreco di cibo sia ridotto di almeno il 50%.

Perché il cibo viene sprecato?

Il cibo che finisce direttamente al macero nei campi senza passare nemmeno dalla catena che lo dovrebbe portare sulle nostre tavole è più del doppio di quanto si è calcolato finora. Questo accade perché alcuni prodotti perfettamente commestibili spesso vengono scartati per ragioni puramente estetiche. La siccità in alcuni casi, per esempio, ha ridotto la dimensione di alcuni frutti e i supermercati, spesso, li rifiutano per un centimetro di diametro in meno rispetto agli standard europei previsti dal regolamento 543 del 2011, che sembra essere già in fase di riforma entro il 2022.

La sicurezza alimentare è messa a rischio non solo dalla crisi climatica (che già basterebbe), ma anche dalla guerra in Ucraina che ha visto il blocco dell’export di cereali da Kiev e da Mosca. E questi dati sullo spreco ci dicono che la situazione ci sta sfuggendo di mano. sarà sufficiente invitare i paesi a ridurre lo spreco di cibo? Visto e considerato che nel 2015 gli stessi si erano già impegnati in un obiettivo simile per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu, ma senza risultati evidenti? O sarebbe forse il caso di introdurre dei vincoli e una tassazione perché queste misure siano efficaci?

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