L’Unione Europea vuole ridurre le emissioni degli allevamenti intensivi. Proposte norme più stringenti, ma c’è chi si oppone

La Commissione Europea vuole ridurre drasticamente le emissioni di CO2 degli allevamenti intensivi. Sono state dunque proposte da Bruxelles nuove norme per gli allevamenti di bestiame, suini e pollame, all’interno di un pacchetto di misure che riguarda anche le attività minerarie e le gigafactory. Esultano le associazioni ambientaliste, ma in molti sollevano dubbi. Tra questi, anche il nostro Ministero dell’Agricoltura.
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Michele Mastandrea 7 Aprile 2022

Per vegetariani e vegani, insieme all'attenzione sulle condizioni degli animali, si tratta di una delle motivazioni più importanti nella loro scelta. Ma chiunque dovrebbe riconoscere l'importanza di questo tema. Parliamo dell'inquinamento dovuto agli allevamenti intensivi. Sarai felice di sapere allora che nuove norme, più stringenti, sono in arrivo per le aziende del settore. Le ha proposte la Commissione Europea, nell'ambito di una nuova direttiva sulle emissioni industriali.

Numerose in realtà sono le attività economiche coinvolte: sono compresi gli allevamenti con almeno 150 bovini da latte, ma non solo. Dal provvedimento sono interessate anche le attività estrattive, così come le gigafactory, ovvero gli impianti destinati a produrre le batterie necessarie all'elettrificazione dell'economia.

Benefici per ambiente e salute

Il provvedimento sugli allevamenti è però tra i più significativi. Si riconosce infatti l'importanza dell'inquinamento di questo settore in termini di emissioni. La transizione ecologica passa infatti anche per un sistema alimentare più sostenibile, come segnalato a più riprese dalle associazioni ambientaliste.

"I grandi impianti industriali e le grandi aziende di allevamento sono responsabili di più del 50% delle emissioni totali di ossidi nocivi e di metalli pesanti, di circa il 40% dei gas serra e il 30% degli ossidi di azoto", ha sottolineato il commissario europeo per l'Ambiente, il lituano Virginijus Sinkevicius. Secondo l'Unione Europea, il risparmio stimato in costi per la salute e per l'ambiente si aggira intorno ai 5.5 miliardi di euro annui.

I nuovi limiti

Per operare, le aziende coinvolte dovranno ottenere alcune specifiche autorizzazioni di carattere ambientale dalle singole autorità nazionali. Le nuove norme toccherebbero 185mila aziende attive nell'allevamento di suini, bovini e pollame: circa il 13% dei maggiori allevamenti intensivi continentali. Secondo alcune stime, questi sarebbero responsabili in totale del 60% delle emissioni di ammoniaca del bestiame nell'Ue e del 43% di quelle di metano. Per la prima volta vengono inseriti gli allevamenti di bovini, mentre gli allevamenti con almeno 500 suini e 21mila polli da carne saranno soggetti ai nuovi obblighi.

"Richiedere ai giganti dell'allevamento industriale di ottenere un permesso per l'inquinamento è il minimo indispensabile per l'Ue", ha commentato Marco Contiero, responsabile agricoltura di Greenpeace per l'Europa. Gli Stati membri avranno 18 mesi per recepire le nuove norme dopo che saranno state adottate dal Parlamento Europeo e dal Consiglio Europeo.

C'è chi dice no

Non tutti però sono favorevoli.  "La proposta della Commissione spinge alla chiusura in Italia migliaia di allevamenti, che si trovano già in una situazione drammatica per l'insostenibile aumento di costi di mangimi ed energia provocati dalla guerra in Ucraina", ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. Secondo cui le proposte della Commissione andrebbero riviste, dato che si rischierebbe "di colpire la produzione nazionale ed europea per favorire le importazioni da paesi extracomunitari, spesso realizzate senza il rispetto degli stessi criteri, sanitari, ambientali e sociali richiesti all'interno dell'Unione Europea".

Sulla stessa linea, rimanendo in Italia, le principali associazioni di coltivatori, istituzioni come Regione Veneto, e perfino il Ministro dell'Agricoltura Stefano Patuanelli, per cui "considerare l'agricoltura assimilabile all'industria ai fini delle emissioni è sbagliato". L'impressione è che la battaglia sulle nuove norme sia solo incominciata.