
L’uragano Milton ha colpito la Baia di Tampa, in Florida, appena due settimane dopo il passaggio di Helene. La cosa che ha sconvolto di Milton è quanto velocemente abbia ottenuto la sua forza devastante.
Solo nella mezza giornata di lunedì, Milton era passato da Categoria 1 a Categoria 5 della scala Saffir-Simpson. Categoria 5 significa venti che superano i 250km/h, una forza terrificante. Per fortuna quando è atterrato in Florida, tra la notte di mercoledì 9 ottobre e giovedì 10 mattina (orari italiani) è sceso a Categoria 3. Che comunque sono venti dai 180 ai 210km/h, non certo una brezza leggera. Infatti ha fatto enormi danni, vittime e lasciato milioni di persone al buio dopo aver interrotto le linee elettriche.
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Il motivo per cui Milton si è intensificato super rapidamente a poca distanza da Helene va cercato nel contenuto di calore delle acque del Golfo del Messico. È un indicatore di quanta energia termica è contenuta nell’acqua.
In questo grafico vediamo che quest’anno è stato molto alto rispetto alla media dei precedenti 10 anni. La causa è con ogni probabilità il surriscaldamento globale causato dall’abuso di combustibili fossili. Le acque dell’oceano sia in superficie che al suo interno, da mesi sono calde oltre ogni record. Questo è vera benzina per gli uragani: perché seppur si formino naturalmente, per colpa di queste temperature diventano più grossi e devastanti molto velocemente. Rendendo, di conseguenza, le operazioni di evacuazione e i piani di intervento ancora più difficili da portare avanti.
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