
Non si sente molto parlare di allevamenti intensivi di cavalli in Europa e per fortuna da noi questo settore non si è mai sviluppato, anzi. Noi stessi europei vediamo il cavallo come un animale di compagnia. Non proprio a livello di cani e gatti, ma molto simile.
Parlo ovviamente di steriotipi, perchè tutti gli animali dovrebbero essere protetti e tutelati, però cavalli, cani e gatti nella considerazione comune lo sono di più. Purtroppo però gli allevamenti di cavallo esistono nel mondo e principalmente si sono sviluppati maggiormente in America Latina. Argentina, Uruguay, Messico, sono le 3 nazioni più conosciute per la carne di cavallo e da loro che arriva la produzione maggiore. Produzione che poi, vuoi sapere dove va a finire? Principalmente in Europa. Quindi sì, siamo anche un po' ipocriti se pensiamo a difendere il cavallo come animale, ma poi viene mangiato anche in Europa.
Importante però non è tanto sapere dove viene prodotta maggiormente carne di cavallo e dove viene importata, ma come funziona un allevamento di cavallo. E l'inchiesta portata avanti da Animal Welfare Foundation (Awf) in collaborazione con Angels Usa e Tierschutzbund Zurich, conferma un qualcosa di spiacevole, molto simile a quello che accade negli allevamenti di maiale.
Bassissime condizioni igieniche, spazi stretti e soffocanti e maltrattamento. Prima di raccontarti quel che accade, ti parlo brevemente di alcuni dati. Molti Paesi stanno riducendo la presenza di allevamenti intensivi di cavalli ed esempi sono Australia e Canada dove si è passati dai 54mila allevamenti nel 2016 ai 12mila del 2022. Entrambi paesi poi hanno vietato il macello per i cavalli. Invece come ti raccontavo prima Argentina, Uruguay e Messico continuano, incrementando la produzione.
Quel che accade è che vengano ingabbiati per anche sei mesi, il problema che l'inattività e un'eccessiva alimentazione provocano grandi sofferenze.
La project manager di Awf, Sabrina Gurtner, spiega che:
"I cavalli vengono ingrassati nel corso dei mesi fino a quando non si ammalano. L’unico scopo del mangime è farli ingrassare. Il risultato sono dolori articolari e malattie metaboliche. I cavalli malati non ricevono però cure mediche adeguate. Dovrebbero essere curati con antidolorifici, antinfiammatori e altri che potrebbero alleviare le loro sofferenze, ma che non sono compatibili con il successivo consumo umano"
Nel corso delle nostre indagini sul campo — sottolinea ancora Gurtner — abbiamo ripetutamente documentato cavalli zoppi, cavalli con laminite e cavalli che sono morti per le loro malattie o ferite. Ci sono anche animali gravidi nei recinti sovraffolati, ma le possibilità di sopravvivenza dei puledri in quelle aree progettate per l’ingrasso sono scarse. Abbiamo trovato esemplari malati in estate e altri morti di freddo alla nascita in inverno
In alcuni allevamenti in Messico e nel resto del Sud America esistono situazioni anche peggiori dove molto spesso i cavalli vengono lasciati su campi polverosi senza foraggio e acqua. Altra questione invece riguarda la provenienza dei cavalli poichè è risultata non sempre tracciata.
"Riceviamo segnalazioni dall’Uruguay e dall’Argentina di cavalli rubati e contrabbandati. La polizia ha messo insieme una serie di unità speciali per condannare le bande che agiscono con metodi di tipo mafioso" – conclude Gurtner
Tutte le associazioni che hanno partecipato all'inchiesta sostengono come ci sia un solo modo per evitare tutto questo, ovvero vietare l’importazione della carne di cavallo nel territorio Ue.