
Anno nuovo e nuovi posti da visitare in giro per il mondo. Per il 2024 è stata pubblicata la lista dei luoghi in cui viaggiare nei prossimi 12 mesi per scoprire le bellezze naturali, l'arte e la cultura e quest'anno c'è una novità tutta italiana. Al 17esimo posto delle mete consigliate dal New York Times è stata inserita "Massa Carrara" la patria dei marmi, ma non solo. Adesso nella città toscana sono presenti alcune delle opere prima esposte alla Galleria degli Uffici a Firenze.
Infatti nel tentativo di ridurre la folla che riempie le Gallerie degli Uffizi a Firenze, il rinomato museo ha trasferito alcuni dei suoi capolavori in luoghi meno conosciuti in tutta la Toscana. Nell'ambito dell'ultima iniziativa del programma in continua espansione noto come Uffizi Diffusi, una raccolta di opere, tra cui dipinti provenienti dallo studio del pittore barocco italiano Carlo Dolci, sarà esposta questa primavera nella città di Massa, presso il Palazzo Ducale , che ospita anche gli uffici governativi della provincia di Massa-Carrara, nella Toscana nord occidentale.
“Gli appassionati d'arte possono anche esplorare le circostanti Alpi Apuane da cui è stato estratto il marmo per tanti capolavori, tra cui il David di Michelangelo, e visitare le cave di marmo”. – spiega il New York Times
Il punto adesso è che questo turismo fino a che punto è sostenibile per il nostro Pianeta? Sai che anche le cave di marmo hanno un alto impatto inquinante sull'ambiente? Sono diversi gli impianti che in passato sono stati chiusi a causa dell'errata gestione degli scarti di lavorazione.
E ancora oggi a Carrara a quanto pare le cave non smaltiscono a dovere la marmettola, causando potenzialmente gravi disastri ambientali.
Prima di tutto, è importante capire cosa sia la marmettola per rendersi conto di quanto sia pericolosa per l'ambiente. La marmettola è uno scarto di lavorazione delle cave di marmo, una polvere di marmo (ovvero carbonato di calcio quasi puro) che deriva dall'estrazione della pietra e dalla segagione.
Questa polvere minerale bianca e impalpabile, quando lasciata a terra ed esposta agli agenti atmosferici (come la pioggia), si trasforma facilmente in una fanghiglia dannosa e rischiosa, perché una volta secca cementifica gli alvei dei fiumi e dei torrenti, formando uno strato impermeabile che distrugge ogni forma di vita e che devasta i microhabitat, occludendo allo stesso tempo le branchie dei pesci e degli invertebrati. E incrementando, a causa della solidificazione, il rischio di esondazioni.
Ad essere inquinate dalla marmettola, peraltro, non sono solo le acque superficiali, ma anche quelle sotterranee e le sorgenti.
Ogni cava dovrebbe smaltire la marmettola raccogliendola e trattandola come uno scarto di lavorazione e come rifiuto speciale, portandola negli impianti appositi. Come fanno sapere da Arpat (Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana), "il materiale rimane soggetto alle disposizioni sui rifiuti (ass. Sez. III n. 47085, 19/12/2008) e deve essere classificato con il codice "CER 01 04 13 – rifiuti prodotti dalla lavorazione della pietra, diversi da quelli di cui alla voce 01 04 07".
Il corretto smaltimento, d'altra parte, non è utile solo perché evita inquinamento e disastri, ma perché permette di riutilizzare la marmettola per altri scopi e in altri impianti, come per esempio nel campo dell'edilizia e dell'industria.