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Mattarella, Draghi e l’incontro segreto sul Pnrr, ancora nessuna grande riforma per l’ambiente: la posizione del governo Meloni

Rallentamenti, revisioni, blocchi, Governance, persino scontri tra Lega e Fratelli d’Italia. “Alcuni fondi in prestito è meglio non utilizzarli”- così il capogruppo alla Camera Molinari (Lega): E la Meloni, stizzita, subito risponde seccamente: “Non se ne parla nemmeno”. Siamo, addirittura arrivati a far scomodare il capo di Stato Mattarella che ha incontrato Draghi in un vertice segreto. Allora, dopo questo polverone, la domanda è una sola: “A che punto siamo con il Pnrr?”
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Mattia Giangaspero 5 Aprile 2023

È come se la sostenibilità traballasse sulle poltrone. Meglio dire sulla testa di qualche politico che in questo momento, a causa di decisioni prese (ovvero "le non decisioni"), rischia di far rallentare un piano europeo che per l'Italia è diventato uno spartiacque tra progresso, futuro e stagnazione, congelamento. Allora interviene il capo per mettere apposto tutto,  ma al dirigente non racconta nulla. Chiama chi prima era al suo posto, fa un colloquio e gli racconta che c'è ancora bisogno di lui. Un'azienda funziona così,  in periodi di crisi, di ricerca fondi o in momenti in cui servono svolte che possono farla crescere nel panorama internazionale. Quest'azienda si chiama Italia, il capo è Mattarella e la dirigente la Meloni. L'ex? Mario Draghi. L'incontro "segreto" di qualche giorno fa al Quirinale tra il Capo dello Stato e l'ex Presidente del Consiglio è servito per capire come trovare una soluzione sui fondi del Pnrr. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza che il governo italiano vuole modificare, aggiornare, revisionare e in alcuni casi abbandonare. Si hai capito bene, abbandonare.

Tutto ci saremmo aspettati dalla politica italiana, ma mai potevamo aspettarci la bandiera bianca. Bandiera bianca proposta dal leghista Molinari che crede sia necessario abbandonare una parte dei fondi, quelli in prestito. Nel frattempo c'è la macchina Europa che ha fretta di vedere passi in avanti sul Next Generation EU, soprattutto fatti dall'Italia, nazione che ha ottenuto più soldi di tutti, anche se la maggior parte in prestito. Ancora una volta però ci troviamo d'avanti a una sfida senza sapere cosa fare, soprattutto cosa fare per primo e allora ecco che ricomincia quel loop che tanto ci piace. Meglio dire quel limbo dove si parla politichese, si protesta, si rivendica, ma ci si dimentica che con il potere e i soldi che si hanno, realmente si può far qualcosa, questa volta…

Insomma i segnali che arrivano sono pessimi, anzichè provare a far quadrato intorno al tema, trovare una soluzione per il bene del Paese, inizia la fase dei litigi, del "faccio tutto io, tu no" e delle crisi diplomatica. Si perchè l'incontro segreto tra Mattarella e Draghi è come se fosse un cartellino giallo alla Meloni. Un piccolo sgarbo istituzionale che Mattarella ha voluto e dovuto fare in un momento dove si aspettano soluzioni e proposte e non parole.

Pnrr, ritardi e revisioni: il punto con il governo Meloni

Ma finito il teatrino politico, nel concreto a che punto siamo con il Pnrr? La spesa è ferma al momento. La tranche ottenuta dall'Italia nel secondo semestre del 2022 non è stata ancora messa in campo. Ci sono 19 miliardi di euro fermi al Ministero delle Infrastrutture (Salvini) e in aggiunta il Ministro per gli Affari Europei, Raffaele Fitto ha ammesso che alcuni interventi da qui al 30 giugno 2026 non sono realizzabili. L'Italia nel complesso, per il Pnrr, dovrà centrare 525 obiettivi, fare 190 riforme e investimenti, ma aspetta… Come al solito la politica verde e digitale non è stata struttura, ovvero non sono previste delle grandi riforme, ma solo interventi a goccia. Vogliamo pensar bene. Questo, forse, perchè per il green le grandi manovre politiche le gestisce l'Europa. fino a ora il governo italiano ha ricevuto 67 miliardi di euro: 24.9 miliardi ricevuti a agosto 2021, 21 miliardi ad aprile 2022 e altri 21 miliardi a dicembre 2022. Il problema sorge adesso. La task force Ue sul Pnrr valuterà 55 obiettivi da raggiungere entro questo giugno, 2023. La prossima tranche da versare sarà di 19miliardi, di cui 10 a fondo perduto. Se l'Italia dovesse completare le riforme di giustizia civile e penale, della Pubblica Amministrazione arriverebbero altri 16 miliardi di euro.

L'analisi finanziaria:

  1. Secondo la Corte dei Conti, l’Italia ha speso 23 miliardi dei 120 a disposizione. Volendo tolti i crediti d’imposta, però, il livello di spesa scende a 10 miliardi
  2. La selezione e i bandi: i ritardi ci sono negli asili nido e nelle scuole d’infanzia, e poi dalla scarsità di progetti dai comuni del Sud
  3. Le semplificazioni: il governo ha varato il nuovo Codice degli Appalti Pubblici, ma le semplificazioni chiedono di estendere il meccanismo a tutti i fondi del Pnrr
  4. Il personale, i concorsi, le rinunce: qui il problema è a monte, molto complicato da superare e riguarda i contratti a tempo determinato e i compensi troppo bassi
  5. I prezzi: l’inflazione ha cambiato di molto la spesa per le materie prime e questo ricade sulle infrastrutture, su appalti e cantieri. Anche per questo motivo i 19 miliardi non sono ancora stati spesi…
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Pnrr la roadmap per la transizione

La quota d’investimento per i progetti green è pari al 37% del totale delle risorse. Le sei missioni in cui sono ripartiti i 191,5 miliardi di euro del PNRR sono:

1. Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura – 40,32 miliardi;
2. Rivoluzione verde e transizione ecologica – 59,47 miliardi;
3. Infrastrutture per una mobilità sostenibile – 25,40 miliardi;
4. Istruzione e ricerca – 30,88 miliardi;
5. Inclusione e coesione – 19,81 miliardi;
6. Salute – 15,63 miliardi.

La maggior parte degli investimenti e delle riforme a carico del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica risiedono prevalentemente nella Missione 2, tuttavia due importanti azioni "green" a carico del Ministero sono anche nella 1 e nella 3. In queste pagine, potrete trovare la descrizione di tutti gli interventi a carico del MASE e tutti i documenti per la loro applicazione, che saranno aggiornati in tempo reale via via che saranno prodotti.

Qui i documenti del Ministero sui passaggi chiave della roadmap green e sui bandi 

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Aprile o mai più, l'Europa aspetta una risposta sul Pnrr

La Commissione Europea "incoraggia" gli Stati membri a inviare i propri Pnrr rivisitati, con l'inclusione dei capitoli RePowerEu e di tutte le altre modifiche che si intendono apportare, entro il 30 aprile 2023.  La scadenza legale per presentare piani modificati che includano richieste di prestiti è fissata per il 31 agosto 2023. In sostanza gli Stati possono aspettare e chiedere fondi di prestito fino a fine agosto, ma sono incoraggiati a farlo prima.