
Altri elefanti africani del Botswana sono destinati alla morte. Il governo ha decretato che 83 di loro diverranno vittime della caccia legale tra aprile e dicembre 2022, e ha istituito una vera e propria asta con lo scopo di permettere a cacciatori locali e internazionali di ottenere una licenza.
La notizia ha scosso gli animalisti, che già da due anni protestano per la rimozione del divieto di caccia dei pachidermi, rimasto in vigore fino al 2019. Questa è la seconda asta che consente l’uccisione degli elefanti in Botswana: lo scorso anno, sono rimasti vittime della caccia 287 esemplari.
Il Botswana è il paese africano che ospita il maggior numero di elefanti ma, nonostante questo, la ripresa della “trophy hunting” – la caccia ai trofei – e l’aumento del bracconaggio stanno mettendo a rischio la sopravvivenza degli animali nel paese. Secondo l’associazione Future for Elephants, andando avanti di questo passo, la popolazione adulta (di età superiore a 40 anni) potrebbe scomparire entro 10 anni.
Il governo del presidente Mokgweetsi Masisi, in carica dal 2018, è fortemente criticato dalle associazioni a tutela degli elefanti per le decisioni prese in merito alla caccia da quando è alla guida del paese. Da parte sua, il governo garantisce che i fondi raccolti attraverso l’asta per le licenze verranno utilizzati a favore degli animali, per portare avanti progetti di conservazione ambientale.
Se è vero che in Botswana vive ancora una popolazione molto numerosa, l’elefante africano (Loxodonta africana) è inserito nella Lista rossa della IUCN – Unione internazionale per la conservazione della natura – tra le specie in pericolo.