
La costa sudorientale dell'Uruguay nelle ultime ore si è riempita di migliaia di pinguini morti. Un evento tanto inaspettato quanto misterioso. Le immagini che si sono presentate dinanzi agli occhi delle persone sono strazianti: una spiaggia piena di cadaveri di pinguini e nessuna ragione apparente per la loro morte.
Circa 2.000 esemplari si sono spiaggiati sulle coste dell'Uruguay negli ultimi 10 giorni. A quanto pare questi pinguini di Magellano sono morti nell'Oceano Atlantico e poi sono stati trascinati dalle correnti fino alle coste del Paese sudamericano.
Stando alle informazioni disponibili, si tratta di animali non troppo vecchi (anzi, il 90% sembra essere composta da esemplari molto giovani). Sono risultati negativi all'influenza aviaria, che in un primo momento era stata considerata una delle cause più probabili del disastro.
Dalle prime analisi, si è scoperto che gli sfortunati pinguini non avevano quasi nessuna riserva di grasso e il loro stomaco era vuoto. E questo fa riflettere sullo sfruttamento dei mari. Al vaglio, quindi, ci sono tutte le ipotesi: bracconaggio e pesca eccessiva che potrebbero averli lasciati senza cibo, ma non si esclude nemmeno un ciclone subtropicale nell'Oceano Atlantico, che ha colpito il sud-est del Brasile qualche settimana fa, potrebbe aver contribuito alla morte di questi uccelli marini.
Questa specie di pinguini nidifica solitamente nel sud dell'Argentina e poi migra verso nord, fino al Brasile, in cerca di cibo e di acque molto più calde. Nel corso della traversata è normale che una certa percentuale di esemplari muoia (e altri si perdano), ma non certo in questi numeri. Ricordiamo che in passato alcuni pinguini di Magellano sono morti perché avevano ingerito delle mascherine.
In ogni caso non sembra che la morte di questi pinguini sia accidentale. E, purtroppo, riguarda anche altre specie animali (tra cui albatros, gabbiani, tartarughe marine e leoni marini) che sono decedute in numero maggiore del solito.