Stessa storia, stesso ospedale, stessa patologia. Quella che sembra la versione sanitaria di una nota canzone generazionale in realtà è la storia di due bambini toscani che si sono trovati a condividere tutto.
Ogni singolo istante della loro brevissima ma già incredibile vita si è intrecciato fin da subito: stesso giorno di nascita, stesso intervento, stessa camera di degenza pediatrica e stesso giorno di dimissioni. E, per fortuna, stesso lieto fine.
Quando ancora si trovavano nell’utero delle rispettive madri, infatti, ad entrambi è stata diagnostica una trasposizione dei grandi vasi.
Si tratta di una cardiopatia congenita rara per cui le arterie più importanti del corpo umano, dunque l’aorta e l’arteria polmonare, si sono formate all’inverso, impedendo quindi la corretta ossigenazione del sangue. La malattia era così grave che rischiava di compromettere la sopravvivenza dei due piccoli.
I destini si stringono ancora di più perché entrambi vengono al mondo lo stesso giorno nell’Area Nascita dell’Ospedale del Cuore di Monasterio, a Massa, ed entrambi a pochi giorni di distanza dal parto vengono sottoposti a un’operazione per ripristinare il corretto flusso sanguigno.
Il livello d’urgenza era anche raddoppiato perché era stato riscontrato anche un decorso inverso delle arterie coronariche, una condizione che rendeva ancora più rara la patologia e, di conseguenza più complesso l’intervento.
L’unica cosa che fino a due momento li ha divisi è l’ora in cui sono entrati in sala operatoria ma per il resto i due piccoli sono stati trattati nello stesso ospedale, nello stesso giorno e dallo stesso medico, il dottor Vitali Pak, direttore della Cardiochirurgia Pediatrica. Se ti ricordi, è lo stesso chirurgo che nel 2022 operò una bambina di 10 anni nata con il cuore a destra.
Entrambe le operazioni sono durate molte ore e sono state complesse perché oltre a correggere la trasposizione dei grandi vasi i medici hanno dovuto anche “spostare” le coronarie di un solo millimetro di diametro per ridisegnare il percorso corretto del flusso sanguigno.
Dopo l’intervento, i piccoli sono stati affidati alla Terapia intensiva neonatale, dove hanno proseguito al meglio e in perfetta sincronia il proprio recupero fino al trasferimento nella stessa camera della degenza pediatrica e alle dimissioni. Tutto, fin qui, insieme.
Chissà quante ne combineranno (di belle) domani, sempre insieme.
Fonte | Ospedale del Cuore di Monasterio di Massa