
La grande macchia di petrolio, da circa 20km ritrovata nei fondali del Mar Baltico una settimana fa ha un colpevole.
La polizia finlandese di Helsinki ha indagato su quanto era avvenuto nella tratta del Mar Baltico tra la Finlandia e l'Estonia e quel che è stato possibile accertare è che la perdita di petrolio deriva dalla rottura di cavi e condotti di un gasdotto causati da, si pensa, una nave cinese, la ‘Newnew Polar Bear', la quale al momento dell'accaduto si trovava proprio nella zona della perdita del gasdotto ‘Balticconnector'. Da questo gli investigatori finlandesi hanno portato avanti l'accusa: "Si tratta di una grande ancora trascinata per 12km dalla portacontainer cinese e salpata dal porto russo di Kaliningrad".
“Le indagini procedono per stabilire se si sia trattato di un atto deliberato. Stiamo esaminando le tracce lasciate sul fondale. Questa nave-container di Pechino ora è in Russia e non risponde ai nostri messaggi” – hanno concluso le autorità di Helsinki.
In questo momento l'ancora ritrovata che ha danneggiato una parte del gasdotto e i suoi cavi in fibra ottica è stata rimossa con successo. Si trattava di un'ancora alta e larga oltre i due metri e spessa circa un metro.
La questione è aperta e resta in questo momento capire se l'atto compiuto dalla nave sia stato un atto volontario o meno. Le altre notizie che si hanno sul mercantile cinese è che si tratta di un grandissimo container da 23mila tonnellate e lungo circa 169 metri, che ha compiuto per il momento un viaggio da Hong Kong a San Pietroburgo e quest'ultimo verso il Baltico, iniziato nel mese di luglio. Si tratta della prima nave di questa tipologia a scegliere questo percorso, di rilevanza strategica perché moltiplica le possibilità di trasferire merci tra Estremo Oriente ed Europa.
Le autorità finlandesi hanno successivamente dichiarato che, per quanto riguarda le riparazioni, ci vorranno circa 6 mesi di lavoro. Questo danno però che impatto ambientale avrà sull'ecosistema del Mar Baltico?
Alcuni scienziati svedesi hanno dichiarato che:
"Sappiamo che il gas a metano può fuoriuscire dai fondali poco profondi vicino alla costa del Mar Baltico, ma non ho mai visto fuoriuscite così intense prima e sicuramente non da un'area così profonda".
Se poi il metano, del mar Baltico, non dovesse dissolversi del tutto, potrebbe creare un disequilibrio dell'habitat e minacciare le specie che abitano quell'area. Secondo la biologa marina Irene Novaczek, quando la quantità di gas che si dissolve in acqua supera 1 mg/l, diventa altamente tossico per gli esseri viventi. Confonde e disorienta i pesci, rendendoli incapaci di fuggire. Può penetrare facilmente all'interno del loro organismo, provocando sintomi da avvelenamento nel giro di una ventina di minuti e mettendo a rischio la loro capacità di galleggiare. Nei prossimi giorni dunque potremmo assistere a una moria di pesci e crostacei, mentre i plancton sono in grado di resistere fino a che la concentrazione non raggiunge i 2 mg/l.
La riparazione dei danni provocati al Baltic Connector infatti richiederà almeno sei mesi di lavoro. Un anno fa, dopo l’esplosione dei due tubi del Nordic Stream, tutte le flotte della Nato hanno raddoppiato la vigilanza delle infrastrutture strategiche presenti nei fondali: la Marina italiana si è concentrata soprattutto sul canale d’Otranto e quello di Sicilia. All’epoca si riteneva che la minaccia fosse limitata a gruppi di sabotatori subacquei o a sottomarini speciali. Adesso invece c’è la certezza che qualsiasi cargo può colpire a strascico tubi e cavi di importanza vitale.
La nave portacontainer cinese Newnew polar bear ha causato il danno al gasdotto sottomarino Balticconnector trascinando la sua ancora sul fondale marino. È quanto sostengono le autorità finlandesi in merito all’incidente accaduto lo scorso 8 ottobre. L’emittente nazionale Yle ha condiviso una foto scattata il 22 ottobre che mostra la nave cinese, registrata a Hong Kong, con un’ancora mancante sul lato sinistro: la notte dell’8 ottobre, la stessa portacontainer è passata sopra l’infrastruttura che porta il gas tra la Finlandia e l’Estonia, fermandosi poco prima di attraversare il gasdotto.
L’indagine finlandese si concentra proprio sulla nave portacontainer cinese e ha già confermato che il danno è stato causato da una forza meccanica esterna. La teoria dell’ancora è ora sempre più discussa sui media finandesi. Il 22 ottobre è stata pubblicata una foto sul sito web russo Fleetphoto.ru. Mostra la nave container Newnew Polar Bear. La nave era allora di base ad Arhangelsk e l’ancora manca sul lato sinistro della nave. Yle non è stata in grado di confermare o smentire l’accuratezza della foto, che poi è stata rimossa dal sito.
L’ancora è già stata rimossa dal fondo del mare Baltico ed è alta più di due metri e larga altri due metri, con uno spessore di circa un metro, riferisce Helsingin Sanomat. Le autorità finlandesi hanno inoltre ricordato che la nave cinese Newnew Polar Bear non ha risposto alle chiamate delle autorità marittime finlandesi. Gli investigatori hanno sottolineato che le indagini sull’accaduto sono ancora in corso e infatti hanno evitato di commentare se il danno al Balticconnector sia stato causato o meno di proposito. Le autorità finlandesi al momento quindi escludono il coinvolgimento di una nave russa, che inizialmente era la principale sospettata dell’incidente.