Sono ormai oltre tre mesi che non piove sull'Italia del Nord, una siccità prolungata e con effetti dirompenti sul territorio, perché la mancanza d'acqua è pericolosa per tantissimi aspetti, dall'agricoltura all'alimentazione delle centrali idroelettriche.
«Le riserve idriche lombarde e di tutto il distretto del Po sono in una fase un po' critica, sotto di circa il 60% rispetto alla media degli ultimi quindici anni», ci ha raccontato l'idrologa di Arpa Lombardia Chiara Rondanini, che si occupa della gestione delle acque e della rete di monitoraggio al suolo.
L'abbiamo incontrata vicino a Pavia, sotto il Ponte della Becca, un luogo simbolo perché confluenza del Ticino e del Po, due tra i fiumi colpiti pesantemente dalla mancanza d'acqua. Il Po, fiume più lungo d'Italia con i suoi 652 chilometri, è fondamentale per tutta la vita della Pianura Padana e sotto il Ponte della Becca è a quasi 3 metri sotto lo zero idrometrico.
«Nella nostra stazione di Arpa Lombardia a Cremona il Po è circa 2 metri sotto il livello medio di marzo», ci ha detto l'esperta, parlandoci da una spiaggia sotto il ponte che, solitamente, in questo periodo dell'anno è completamente ricoperta dall'acqua.
C'entra, chiaramente, la crisi climatica, perché siccità così pesanti e prolungate nel tempo sono aggravate dalla situazione climatica generale: «Ultimamente si sta registrando un aumento di questi eventi, dovuti all'effetto del cambiamento climatico, all'innalzamento della temperatura», ha confermato Chiara Rondanini.
Bisogna quindi intervenire in fretta sulle cause della crisi climatica (ridurre le emissioni, innanzitutto), per evitare di prosciugare corsi d'acqua cruciali per la nostra vita come il Po.