Nessuna tutela ambientale per i colossi petroliferi, arrivano nuovi investimenti anche sul gas

I colossi petroliferi come Exxon continueranno a investire in progetti non green per mandare avanti i piani societari e gli introiti. Nel 2022 proprio Exxon non ha mai guadagnato così tanto nella sua storia.
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Mattia Giangaspero 3 Luglio 2023

Ancora una volta la vera lotta si fa sul campo con o contro chi ha in mano il potere di procedere o meno ai grandi cambiamenti in favore dell'ambiente, di una Terra più vivibile, sana e sostenibile.

Tutti nel nostro piccolo possiamo sicuramente cambiare molto, persino cambiare le decisioni politiche oltre la cultura della società novecentesca, però tutto questo rischia di non essere sufficiente. Rischia di non essere sufficiente perchè se chi ha il potere di cambiare o meno le proprie strategie sul petrolio, sul gas e sul carbone non le cambia, in quanto il fine ultimo è guadagnare, diventa tutto vano.

Va anche detto che una grande responsabilità è da attribuire alle istituzioni nazionali e internazionali che non sono riuscite a trovare strategie, strutture e metodi in grado di cambiare velocemente il volto dei Paesi dal punto di vista energetico. Si perchè la fetta più alta di emissioni di CO2 è dovuta all'energia prodotta, energia per far funzionare le città, gli edifici, le industrie, le case, le auto, tutto. E quindi senza nuove strategie i guadagni possono avvenire solo con i vecchi e classici combustibili fossili. E allora se l'azienda può continuare a guadagnare senza cambiare strategia chi glielo fa fare?

Peccato che la storia futura nel caso di aziende petrolifere rischia di essere diversa se non si da una vera e propria svolta. Perchè per loro la vera domanda sarebbe: Senza l'esistenza del genere umano come si può guadagnare?

Noi quel che possiamo fare adesso però è solo riportare i fatti. E uno di questi fatti riguarda il colosso statunitense Exxon, compagnia petrolifera che ha inviato i documenti relativi al bilancio 2022 alla Sec, ovvero all'autorità che vigila sui mercati Usa dichiarando che: "il bilancio è stato chiuso con 59miliardi di dollari, i più alti mai registrati". Noi aggiungiamo che non solo sono i più alti mai registrati da Exxon, ma da qualsiasi colosso petrolifero. Allora nella nota l'azienda americana continua così:

“È altamente improbabile che la società accetti il peggioramento degli standard di vita che richiederebbe il raggiungimento delle emissioni nette zero nel 2050″

In sostanza, nessun cambio di rotta, nessun dietrofront nel nome della transizione ecologica: si continua a inquinare con i combustibili fossili.

Il problema è che Exxon non l'unica a voler puntare ancora sui vecchi progetti del 900′. Capendo quanto sta accadendo oltreoceano, anche le compagnie europee hanno puntato ad alcuni investimenti "non green". Eni per esempio ha acquisito Neptune Energy Group, società specializzata nell’esplorazione e produzione di gas in Europa occidentale, Nord Africa, Indonesia e Australia.

Va però ricordato che Eni con questa acquisizione non si discosta più di tanto dai parametri europei, poichè questi prevedono che il gas sia un'energia verde.  E qui ritorniamo al problema iniziale che riguarda le istituzioni. È come il cane che si morde la coda.