Non si ferma il consumo di suolo: in Italia nel 2019 il cemento è avanzato al ritmo di 2 metri quadrati al secondo

Lo ha comunicato l’Ispra nel corso della presentazione dell’ultimo rapporto sul consumo di suolo, alla fine di luglio. Solo l’anno scorso, abbiamo sacrificato al cemento 57 km quadrati di territorio, per non parlare delle coste sempre più martoriate.
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Sara Del Dot 12 Agosto 2020

In Italia c’è sempre meno terra e sempre più cemento. E se pensavi che le nuove spinte verdi, sull’onda anche del Green New Deal, avrebbero fermato le colate di catrame che ogni anno scivolano sui nostri territori, beh, evidentemente ti sbagliavi. Perché secondo i dati Istat, solo nel 2019 il cemento ha divorato 57 km quadrati, a un ritmo di 2 metri quadrati al secondo.

In pratica, in Italia cresce di più la cementificazione della popolazione, considerato che per ogni italiani ci sono 355 mq di superfici costruite e nel 2019, con le sue 420mila nascite, ogni nuovo bambino ha portato con sé 135 mq di cemento.

Sembra incredibile, eppure sono i risultati del rapporto Ispra sul consumo di suolo in Italia, presentati a Roma il 23 luglio e per niente rincuoranti. La regione peggiore è in assoluto il Veneto, che nel 2019 ha sacrificato al cemento 785 ettari in più, subito seguita a ruota dalla Lombardia con i suoi 625, dalla Sicilia con 611 e l’Emilia-Romagna con 404. Bene invece la Valle d’Aosta, che con soli 3 ettari di nuovo cemento si avvicina all’obiettivo consumo di suolo zero. Per quanto riguarda le città, invece, Roma si attesta come meno virtuosa, dal momento che è come se avesse aggiunto nel suo territorio 200 campi da calcio in cemento in più (108 ettari), mentre migliorano Milano, Firenze e Napoli.

Il vero rischio per quanto riguarda il consumo di suolo per, lo sappiamo, sono le coste. Quelle stesse coste tanto importanti per noi da un punto di vista turistico ed economico (e che ci proteggono da mareggiate e intemperie), che stiamo lasciando divorare senza pietà anno dopo anno. Infatti, non solo abbiamo abbandonato al cemento quasi un quarto della loro superficie complessiva, ma stiamo consentendo che vengano consumate a un ritmo di circa 3 volte il resto del territorio.