Non solo caldo estremo e siccità. Lo Yellowstone Park viene chiuso ai visitatori a causa delle inondazioni

I cambiamenti climatici mettono in ginocchio anche i parchi più rinomati, dallo Yellowstone al Joshua Tree National Park. Non solo problemi di aumento delle temperature e siccità, ma anche di piogge violente che arrecano danni di ogni tipo e su larga scala.
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Gaia Cortese 27 Giugno 2022

Mentre in queste settimane, in Italia, non si fa altro che parlare di siccità e dei gravi danni inflitti ai settori dell'agricoltura e dell'allevamento, oltreoceano inondazioni e smottamenti di fango hanno portato alla chiusura di uno dei parchi nazionali più antichi e conosciuti al mondo, lo Yellowstone Park.

Come riportato da Agi, questa settimana  le fitte piogge che si sono riversate nell’area nord occidentale degli Stati Uniti hanno determinato la chiusura del Parco Nazionale di Yellowstone, proprio nel pieno della stagione turistica.

Le violente piogge che si sono abbattute sull'area hanno modificato il corso di gran parte dei fiumi del parco, oltre ad abbattere ponti e case, costringendo migliaia di visitatori ad evacuare dal parco nazionale.

Per riportare il parco nazionale allo stato in cui era prima dei danni causati dalle inondazioni dei giorni scorsi, ci vorranno diversi anni, oltre un miliardo di dollari da investire. Oltretutto, secondo autorità del parco citate dall'Associated Press, gli interventi di ricostruzione più importanti potranno essere fatti solo dopo il disgelo primaverile e fino alla prima nevicata autunnale.

Secondo quanto riportato da ansa, il danno più grande è quello riportato dalle strade, in particolare dell'autostrada che collega l'entrata nord del parco in Montana a Mammoth Hot Springs in Wyoming. Intere sezioni della strada, infatti, sono state spazzate via dopo lo straripamento del fiume Gardiner.

Nel commentare l'accaduto, le parole del sovrintendente Cam Sholly, "non credo sia una cosa intelligente investire potenzialmente decine di milioni di dollari nel riparare una strada che può essere soggetta a inondazioni simili in futuro", fanno riflettere.

Le attuali condizioni meteorologiche estreme non sono che un effetto dei cambiamenti climatici, tant’è che gli stessi scienziati prevedono che nei prossimi anni la distruzione legata al cambiamento climatico raggiungerà quasi tutti i 423 parchi nazionali statunitensi, che finora non sono sembrati particolarmente vulnerabili all'aumento delle temperature.

Ultimamente a soffrire non è stato solo lo Yellowstone Park, ma anche il Joshua Tree National Park, nel sud est della California, messo in ginocchio dal caldo estremo e che in un futuro non lontano potrebbe ritrovarsi privo degli stessi alberi da cui prende il nome. Il parco, infatti, deve il suo nome alla Yucca brevifolia (in inglese Joshua tree), una pianta caratteristica di quest'area che potrebbe essere seriamente minacciata dalla siccità.