
Sulla cartina dell'Europa, le macchie rosse che indicano il livello di "allerta" per la siccità sono sempre più numerose e ampie. Italia, Spagna, Francia e Portogallo sono i Paesi dove l'acqua scarseggia di più, ma risultano in difficoltà anche l'Ungheria, la Germania e persino il sud della Penisola Scandinava. Secondo l'ultimo report dell'European Obeservatory Drought, potremmo rimanere senza precipitazioni consistenti ancora per i prossimi tre mesi. E se l'osservato speciale è il Po, anche Danubio e Reno mostrano segni di sofferenza. "L'area occidentale del continente, soprattutto, ha riportato un importante deficit idrico durante i mesi scorsi – ha commentato Andrea Toreti, Senior Scientist presso il Joint Research Center della Commissione europea e tra gli autori del report. – E questa situazione è stata peggiorata dalle ondate di calore di maggio, giugno e anche di luglio".
La fine della primavera e l'inizio dell'estate, spiega il report, sono state caratterizzate da anomale condizioni anticicloniche che hanno interessato in particolare le aree occidentali e centrali. In contemporanea, le zone più a nord-est sono state investite da ondate di alta pressione non comuni in questa stagione dell'anno. Questa combinazione ha avuto un impatto negativo sulle precipitazioni, che sono risultate praticamente assenti a partire da dicembre 2021, e ha peggiorato la frequenza delle ondate di calore che hanno fatto salire la colonnina di mercurio fino a 40°C addirittura nel Regno Unito. "I cambiamenti climatici contribuiscono a far sì che questi fenomeni diventino più intensi e si presentino con maggiore frequenza rispetto al passato", sottolinea Toreti.
Nel secondo trimestre del 2022, a passarsela male sono stati soprattutto l'Italia centrale, una vasta zona che comprende parte della Polonia, dell'Ucraina, della Slovacchia, dell'Ungheria, della Romania e della Moldavia e infine l'area Mediterranea orientale. Per misurare l'intensità e la durata delle precipitazioni che si sono verificate su un determinato territorio, si utilizza lo Standardized Precipitation Index (SPI). Più basso è il numero, peggiore è la siccità. Per i Paesi appena nominati, l'SPI è pari a 3. Se si prende in esame la prima metà dell'anno, però, l'assenza di precipitazioni ha toccato anche la Francia del sud, in particolare la Provenza, e una buona porzione dei Balcani.
Oggi in Italia almeno per 100 comuni di regioni che si affacciano sul Po sono in vigore restrizioni sull'uso dell'acqua potabile durante le ore diurne. In Francia la stessa situazione sta interessando 68 dipartimenti. La Spagna vede le sue riserve di acqua ridotte del 31% rispetto alla media degli ultimi 10 anni. Alcuni tratti del Delta del Danubio, al confine con Romania e Ucraina, sono deserti. "Guardando ai dati che abbiamo raccolto finora, è molto evidente la situazione di difficoltà rispetto agli anni precedenti", dichiara Toreti.
L'Europa dunque è in sofferenza e in futuro questi eventi estremi potrebbero verificarsi sempre più spesso. È davvero necessario trovare strategie per mitigare le conseguenze della crisi climatica e per ridurre le emissioni di gas serra.