In Australia è appena stata scoperta una nuova, enorme barriera corallina

Alta oltre cinquecento metri, ci vivono tantissime specie di coralli e pesci. Degli scienziati l’hanno individuata con dei robot al largo delle coste australiane.
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Gianluca Cedolin 11 Dicembre 2020

Le barriere coralline sono fondamentali per l'equilibrio dell'ecosistema marino e la sopravvivenza di tantissime specie. E purtroppo, come ti abbiamo raccontato in passato, rischiano di scomparire a causa soprattutto della crisi climatica e dell'acidificazione degli oceani, tutti processi a cui noi umani contribuiamo in buona parte. Proprio per questi motivi, la notizia arrivata il mese scorso dall'Australia va salutata con grande entusiasmo: un team di scienziati ha individuato, al largo delle coste del Queensland, una barriera corallina gigante, alta oltre cinquecento metri e lunga un chilometro e mezzo. Una scoperta eccezionale, visto che, come ha scritto La Repubblica, era da 120 anni che non venivano trovate nuove barriere di questo genere e soprattutto di queste dimensioni.

Il team, guidato da Robin Beaman della James Cook University, ha individuato la barriera lo scorso 25 ottobre, durante una mappatura della zona nord della Grande barriera corallina, utilizzando un robot di nome Subastian. Si tratta di una sezione distaccata della Grande barriera, simile ad altre sette scoperte negli ultimi duecento anni. La formazione potrebbe avere circa 20 milioni di anni, e ha mostrato nelle prime rilevazioni la presenza di un ecosistema marino eccezionale, vivo, con tantissimi coralli, pesci e pure una popolazione di squali. La barriera, oltre a offrire una potenziale evoluzione per delle specie uniche, potrebbe permettere di scoprirne di nuove: lo capiremo nei prossimi mesi, quando gli scienziati analizzeranno sia i campioni prelevati sia le immagini catturate.

Proprio le nuove tecnologie, e il lavoro di atenei ed enti di ricerca, si stanno rivelando fondamentali nel trovare queste nuove barriere, e nell'avere quindi modo di proteggerle. Formazioni come quella scoperta nel Queensland lo scorso ottobre, inoltre, sono molto profonde e meno intaccate dall'azione antropica, e quindi lo sbiancamento e il degrado procedono fortunatamente con maggior lentezza. Nonostante questo vanno salvaguardate, e soprattutto, chiaramente, bisogna intervenire sulle cause della perdita di barriera corallina, prima di tutto il cambiamento climatico.