
Sono state rintracciate e portate in salvo le cinque persone che nelle scorse ore risultavano disperse a Bardonecchia: i danni dell’improvviso e terrificante tsunami di fango che ha investito la valle di Susa (Piemonte) nella serata di domenica 13 agosto, tuttavia, restano ingenti e drammatici.
Stando alle prime ricostruzioni, sembra che durante il temporale abbattutosi sulla provincia di Torino agosto si sia staccato di un costone di roccia dal monte Frejus.
La frana di detriti e fango avrebbe poi raggiunto il letto del rio Merdovine, un torrente sottostante che, nel giro di poco, sarebbe alla fine esondato, con fiumi di fanghiglia e detriti – dei veri e propri tsunami impetuosi – che hanno finito per invadere le strade e travolgere case, alberi, auto, cartelli stradali, e persino le pensiline degli autobus.
Nei filmati girati sui social si vedono persone scappare e tentare di mettere sempre più terreno tra sé e l’ondata marrone di detriti che le sta inseguendo.
Bardonecchia, l’indomani, si è risvegliata nel fango: più di 100 ad oggi gli sfollati, riuniti sotto il tetto sicuro di un accampamento temporaneo allestito dalla Croce Rossa e di altri alberghi della zona adibiti a rifugio.
Quella che si è abbattuta in Vale di Susa non è però una vera e propria frana. Gli esperti la chiamano “debris flow”.
Letteralmente traducibile come “colata detritica”, si tratta di un fenomeno di trasporto di detriti, appunto, caratteristico degli ambienti di montagna diverso però dalle frane che, tendenzialmente, sono costituite da un blocco coerente di materiale che scivola sulle superfici.
I flussi di detriti, invece, sono costituiti appunto dai frammenti di tutto ciò che incontrano sul proprio cammino.
Secondo lo United States Geological Survey le colate detritiche si verificano generalmente durante periodi di intense piogge o rapidi scioglimenti della neve, tutti eventi estremi che trovano una connessione, purtroppo, anche con il cambiamento climatico e l'aumento delle temperature cui stiamo assistendo. I debris flow diventano poi particolarmente pericolose perché sono in grado di raggiungere quasi i 60km/h trasportando oggetti di grandi dimensioni come massi, alberi e automobili.
Ad oggi, per fortuna, non si contano vittime e nessun disperso: solo diversi feriti, non molto gravi. I danni invece restano ingenti. “Ho già sentito il vice premier Antonio Tajani che ha fin da ora dato la disponibilità del governo a fare la propria parte per aiutarci ad affrontare questa situazione” ha infatti commentato la sindaca Chiara Rossetti.