Ocean Cleanup funziona: adesso può iniziare a ripulire l’isola di plastica più grande del pianeta

Boyan Slat, il giovane imprenditore olandese che ha ideato la barriera galleggiante per raccogliere l’immondizia accumulatasi in un’area dell’Oceano Pacifico, ha annunciato che un secondo prototipo di Ocean Cleanup sta svolgendo finalmente il suo lavoro con successo.
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Federico Turrisi 3 Ottobre 2019

"Ora funziona! Ocean Cleanup sta catturando con successo la plastica nel Pacifico". A dare l'annuncio attraverso un comunicato è il suo stesso inventore Boyan Slat, il ragazzo prodigio olandese che nel 2012, all'età di 17 anni, si è messo in testa di dare vita al più grande progetto di pulizia di spazzatura negli oceani mai esistito. Il giovane imprenditore e la sua squadra di collaboratori hanno ideato uno strumento innovativo per contrastare il fenomeno del marine litter, ossia l'inquinamento dovuto alla presenza di rifiuti solidi non biodegradabili in mare: un'enorme barriera galleggiante in grado di trattenere i rifiuti appunto, soprattutto quelli di plastica, in modo da consentirne la raccolta e di conseguenza l'avvio a riciclo.

Il banco di prova di Ocean Cleanup è il Great Pacific Garbage Patch, l'isola di plastica più grande del mondo, che si trova tra le Hawaii e la California, in mezzo all'Oceano Pacifico. I test del primo prototipo fatti a dicembre del 2018 non avevano dato i risultati sperati. Ma il secondo tentativo sembra essere andato a buon fine. Il modello "System 001/B" sta funzionando e sta intercettando varie tipologie di rifiuti, dalle reti da pesca abbandonate fino alle famigerate microplastiche delle dimensioni di un millimetro. Ma bando ai facili entusiasmi, l'organizzazione di Slat intende ora proseguire nello sviluppo del sistema per renderlo più performante: "C'è ancora molto lavoro da fare".