Oggi è l’Earth Overshoot Day 2022: significa che abbiamo già finito tutte le risorse annuali del nostro Pianeta

Oggi, 28 luglio 2022, l’umanità ha esaurito le risorse ecologiche che il mondo è in grado di rigenerare naturalmente nell’arco di un anno, in anticipo di un giorno rispetto a 12 mesi fa. Secondo le stime oggi la popolazione mondiale utilizza il 74% di risorse in più di quante gli ecosistemi riescano a rigenerare: vuol dire che per soddisfare le richieste di tutti servirebbero 1,75 Terre.
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Kevin Ben Alì Zinati 28 Luglio 2022

Siamo in debito. Noi, tu, loro, gli altri. Tutti quanti siamo in debito con il Pianeta che ci ospita perché oggi abbiamo finito le risorse e i servizi ecologici della Terra.

Oggi, 28 luglio 2022, è l’Earth Overshoot Day, la data in cui l’umanità ha definitivamente esaurito le risorse ecologiche che il mondo è in grado di rigenerare naturalmente e offrirci nell’arco di un anno solare.

Le stime parlano chiaro: oggi la popolazione mondiale fa uso del 74% di risorse in più di quante gli ecosistemi riescano a rigenerare. Conti alla mano, vuol dire che per soddisfare le richieste di tutti, una Terra non ci basta ma ce ne servirebbero 1,75.

L’Earth Overshoot Day viene calcolato ormai da decenni e ogni anno, purtroppo, ci scontriamo con il fatto che la data cade sempre più in anticipo: segno inequivocabile di come l'attuale modello di produzione e consumo di beni sia insostenibile per l’umanità.

Cosa vuol dire

Abbiamo sovrasfruttato la Terra e ciò significa che da domani – letteralmente – cominceremo a utilizzare i beni del 2023 e che il debito nei confronti del Pianeta e delle generazioni future non farà altro che salire, e salire, e salire: sempre di più.

Siamo arrivati al fatidico giorno in cui abbiamo finito tutte le risorse naturali che il nostro Pianeta può generare in 12 mesi addirittura in anticipo rispetto all’anno scorso, caduto “solo” un giorno dopo.

È da più di 50 anni che la data dell’Earth Overshoot Day continua ad essere anticipata. Il 2020 ci aveva illuso perché i lockdown e l’arresto delle principali attività dovuti alla pandemia aveva limitato il consumo di risorse spostando il giorno al 22 agosto ma era, appunto, solo un’utopia.

La data del 2022 ci ha purtroppo ribattuto in faccia la dura realtà. L’Earth Overshoot Day oggi cade addirittura 156 giorni prima della fine dell’anno e insieme a quello del 2018 (sempre il 28 luglio) è il peggiore da quando è iniziato il calcolo.

Come si calcola

Puoi immaginare l’Earth Overshoot Day esattamente come un estratto conto bancario. Lo apri e in ogni momento puoi avere traccia delle entrate e delle uscite del tuo conto corrente.

Ecco, allo stesso modo questa misura è in grado di rendere conto del rapporto tra la domanda di una popolazione – in questo caso l’umanità – e l’offerta di risorse e servizi degli ecosistemi che il Pianeta può garantire.

L'Earth Overshoot Day viene calcolato dal Global Footprint Network, un'organizzazione di ricerca internazionale che, allo stesso tempo, fornisce agli Stati anche un portafoglio di soluzioni per aiutare l'economia umana a restare entro i limiti ecologici della Terra.

Da questo grafico puoi vedere come negli anni la data dell’Earth Overshoot Day sia caduta sempre più in anticipo: segno che ogni anno esauriamo le risorse del pianeta sempre più in fretta. Photo credit: Global Footprint Network

Il calcolo con cui il Global Footprint Network ogni anno misura l’Earth Overshoot Day è semplice. Si divide la biocapacità del Pianeta per un singolo anno per l'impronta ecologica dell’umanità, moltiplicando poi tutto per 365, ovvero il numero di giorni in un anno.

Ti faccio un po’ di chiarezza. Quando senti parlare di biocapacità della Terra devi pensare alla quantità di risorse e servizi ecologici che la Terra (e quindi ogni città, stato o nazione) è in grado di generare in un determinato anno.

Sto parlando della capacità produttiva delle sue aree di mare o di terra, di quella dei suoi terreni forestali, dei pascoli, delle coltivazioni, dei fondali di pesca o dei terreni edificati.

L’immagine è eloquente. Il Giappone, per soddisfare i propri bisogni, avrebbe bisogno di quasi 8 "Giapponi". E l’Italia non è da meno: per rispondere alla domanda della nostra popolazione ci servirebbero più di 5 paesi grandi tanto quanto il nostro. Photo credit: Global Footprint Network

L’impronta ecologica di una popolazione, invece, è la domanda che tale popolazione porta avanti di prodotti alimentari e fibre vegetali, bestiame e prodotti ittici, legname, spazio per infrastrutture urbane e attività che comportano emissioni di CO2.

La biocapacità della Terra diviso l’impronta ecologica dell’umanità per 365 giorni all’anno dà come risultato, dunque, la data dell’Earth Overshoot Day.

Accanto alla misura globale, viene calcolano poi anche il cosiddetto Overshoot day nazionale. Analizzando le differenze tra i diversi Stati e tra la loro impronta ecologica si misura, in sostanza, il giorno in cui ogni singolo Stato finisce per esaurire le risorse messe a disposizione dalle proprie aree biologicamente.

Paesi come Stati Uniti, Canada, Australia e Russia, erano in debito ecologico già dall’inizio dell’anno mentre altri hanno “celebrato” – anche se non ci sia nulla per cui festeggiare, anzi – il proprio Overshoot day nazionale più in là nel tempo.

Per l’Italia, per esempio, quest’anno è caduto il 15 maggio.

Soluzioni?

Sì, esistono potenziali soluzioni anche per questo per far fronte alla facilità e alla velocità con cui esauriamo le risorse del mondo. La difficoltà consta nell’individuarle quanto, come sempre, nel metterle in pratica.

Sarebbe decisivo ridurre e dimezzare gli sprechi alimentari a livello globale, che ci permetterebbe così conservare risorse senza doverne chiedere altre dal Pianeta: questo farebbe spostare la data dell’Overshoot Day di ben 13 giorni.

Migliorare le infrastrutture ciclabili urbane in tutto il mondo, per esempio, ci permetterebbe di spostare la data di 9 giorni mentre puntare con decisione sulle rinnovabili e produrre energia attraverso sistemi eolici on-shore (a costi competitivi) potrebbe regalarci almeno 10 giorni.