Ogni anno in Italia perdiamo 5 km di coste naturali per fare spazio a costruzioni artificiali

Negli ultimi 20 anni la costa artificializzata è cresciuta di 100 km. Al posto dei paesaggi marittimi naturali, secondo un rapporto Ispra ci sono sempre più porti, opere di difesa costiera o a supporto della balneazione: oggi le strutture artificiali occupano il 13% degli 8.300 km di coste italiane.
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Martina Alfieri 26 Maggio 2022

Ogni anno le coste italiane subiscono dei mutamenti dovuti alla costruzione di opere artificiali, con il sacrificio continuo di paesaggi marittimi selvaggi e naturali. Secondo l’Ispra – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – negli ultimi 20 anni la perdita di coste sarebbe avanzata a un ritmo di 5 km ogni anno, per un totale di 100 km.

Costruzioni come porti, opere di difesa costiera, opere idrauliche di impianti industriali e strutture artificiali a supporto della balneazione sono arrivati negli anni a occupare fino al 13% della fascia costiera italiana, che misura in totale 8.300 km.

I dati dello studio Linea di Costa 2020 dell'Ispra parlano di una perdita ancora maggiore, se si guarda alle aree che sorgono alle spalle delle spiagge: ogni anno l’artificializzazione e le costruzioni antropiche spazzano via oltre 10 km di dune costiere, terreni coltivati e vegetazione marittima. Per non parlare del fenomeno dell'abusivismo edilizio, purtroppo ancora molto diffuso.

L’Ispra fa sapere l’Istitutosvolge da 20 anni attività di analisi delle coste italiane; il monitoraggio della fascia costiera e della sua evoluzione nel lungo periodo, dovuta all’azione del mare, all'attività antropica e ai cambiamenti climatici, è fondamentale per la pianificazione e la gestione dei litorali”.

Per rendere i dati più accessibili e trasparenti, l’Ispra ha creato un Portale delle Coste: “Un concreto supporto agli Enti, alle università e a tutti i soggetti che hanno a cuore la corretta gestione del bene comune "spiaggia"". Le coste sono un bene prezioso per un Paese, come l’Italia, circondato dal mare e molto legato all'indotto del turismo estivo. I dati dell’Ispra possono essere un importante punto di partenza per riflettere sulla stato di conservazione dei paesaggi e degli ecosistemi costieri, ma anche per progettare modalità di turismo sostenibili.