Chiedersi che cosa si sarebbe mangiato alle Olimpiadi di Parigi 2024 non è stata solo una necessità. È stata una ghiotta opportunità che rapidamente si è tuttavia trasformata in una corsa a ostacoli in cui è facile inciampare. Mi spiego meglio.
Gli organizzatori hanno indubbiamente compiuto uno sforzo immenso per riuscire a soddisfare gli appetiti di questa enorme fetta di mondo. Sto parlando di oltre 15mila atleti provenienti da 208 Paesi, 45mila volontari, 26mila giornalisti e operatori e oltre 3 milioni di spettatori tutti condensati nella capitale francese per quasi un mese.
Stilare il menù di uno degli eventi più seguiti delle Terra tuttavia è subita apparsa anche come un’occasione irrinunciabile per colorare di green i Giochi olimpici e trasformarli in un maxi esempio di sostenibilità declinata alla sport. Un megafono di comportamenti responsabili e rispettosi del Pianeta.
Per questo si è deciso di ridurre le proteine animali e puntare forte sugli alimenti origine vegetale, raddoppiati rispetto alle edizioni precedenti dei Giochi. Per questa ragione è stata data priorità ai cibi di provenienza francese piuttosto che a quelli importarli da fuori, è stato limitato l’accesso alla plastica monouso e sono stati rafforzati i processi di riciclo e riuso delle attrezzature e delle infrastrutture utilizzate per il comparto alimentare.
Nell’epoca in cui il mondo intero è necessariamente unito nella lotta alla crisi climatica, quelli di Parigi si sono promossi come i Giochi olimpici più sostenibili della storia, attenti a combattere lo spreco di cibo e a ridurre il proprio, pesantissimo, impatto ambientale.
L’obiettivo dichiarato è quello di sfamare le Olimpiadi 2024 dimezzando la propria impronta climatica: 1kg di CO2 per pasto contro i 2kg delle edizioni precedenti.
Bello: a parole è tutto bellissimo. Peccato però che una volta conclusa la meravigliosa (quanto criticata) cerimonia di apertura, le cose non sono andate proprio come ci si aspettava.
Animal Equity, un’organizzazione per la difesa dei diritti animali ha scoperto per esempio che in alcuni menù era previsto il foie gras. Tradotto in italiano come “fegato grasso”, è una prelibatezza della tradizione culinaria francese a base, guarda un po’, di fegato di oca o di anatra.
Per di più, questa "pietanza" è ottenuta attraverso un’alimentazione violenta e forzata perché oche e anatre vengono alimentate attraverso un procedimento chiamato gavage che prevede la somministrazione di enormi quantità di cibo mediante un tubo metallico inserito in gola, più volte al giorno allo scopo di portare il loro fegato a un peso anche dieci volte superiore a quello di un organo sano.
I problemi però sono arrivati anche sul fronte sportivo. Fin da subito infatti diversi atleti si sono lamentati del cibo che veniva loro riservato, delle porzioni piccole e scarse ma, incredibilmente, anche per la mancanza di proteine animali.
Andy Anson, il CEO della UK Olympic Association, per esempio si è scagliato contro i menù del villaggio riservati ai suoi atleti, a suo dire poveri in particolare di pollo e di uova. La squadra inglese si sarebbe arrangiata consumando pasti confezionati.
L’alimentazione di un atleta olimpico varia in base allo sport che pratica ma in linea generale necessita di una dieta varia composta praticamente da ogni alimento: dai carboidrati della pasta e dei cereali, dagli zuccheri della frutta, dalle fibre dei legumi e, appunto, dalle proteine. Come sai, si possono ottenere dai prodotti di origine vegetale così come da quelli di natura animale. Anche per atleti di questa caratura, spesso l'alimentazione è solo una questione di scelta.
Fatto sta che di fronte alle lamentele, gli organizzatori dei Giochi si sono subito messi all’opera per aumentare le scorte di proteine animali e soddisfare le preferenze di tutti. Traduzione: altri 700 chili di uova e oltre una tonnellata di carne in arrivo per soddisfare i gusti e le preferenze alimentari degli atleti.
Dopo la necessità, l’occasione e lo scivolone resta la domanda: così, alla fine, chi vincerà davvero i Giochi?
Fonti | Olimpiadi Parigi 2024