
L'Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) ha lanciato un nuovo allarme sulla sopravvivenza di miglia di specie a rischio. Lo ha fatto in occasione della COP28 di Dubai, pubblicando la sua "Red list" aggiornata, ovvero la lista delle specie più a rischio estinzione. Questa volta, il focus si è concentrato sui pesci d'acqua dolce: più di 3.000 specie su oltre 14.000 sono a rischio estinzione, di cui il 17% è minacciato dal cambiamento climatico.
Questi numeri evidenziano l'impatto sempre più grave della crisi climatica sugli ecosistemi acquatici. Il climate change sta causando una serie di cambiamenti che mettono a dura prova la sopravvivenza dei pesci d'acqua dolce, tra cui:
A questi fattori si aggiungono altri che stanno contribuendo al declino dei pesci d'acqua dolce, come l'inquinamento, le specie invasive, la pesca eccessiva e la frammentazione degli habitat.
Il salmone atlantico è un esempio emblematico delle minacce che incombono sui pesci d'acqua dolce. Questa specie, che vive in Nord America ed Europa, è passata dal livello di rischio minimo al livello “quasi a rischio” negli ultimi 15 anni.
Il climate change comporta l'innalzamento del livello del mare, che rende più difficile per il salmone atlantico trovare habitat adatti alla sua riproduzione. Si aggiunga che le specie invasive, come il siluro americano, stanno competendo con il salmone atlantico per cibo e spazio. Inoltre, le specie invasive stanno diffondendo malattie che stanno mettendo a rischio la sopravvivenza del salmone atlantico.
L'aggiornamento della Lista Rossa della IUCN è l'ennesima conferma di quanto sia neessaria un'azione urgente per la conservazione dei pesci d'acqua dolce.
La conservazione dei pesci d'acqua dolce è importante per la salute degli ecosistemi acquatici e per la biodiversità globale. I pesci d'acqua dolce svolgono un ruolo fondamentale negli ecosistemi acquatici, fornendo cibo e habitat per altre specie. Inoltre, i pesci d'acqua dolce sono importanti per l'economia, contribuendo alla pesca commerciale e ricreativa.
Fonte | Iucn;