
Sono circa 50 gli esemplari di orso bruno marsicano che attualmente vivono nel Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, principale area in cui è attestata la loro presenza. Per questo la morte di un giovane orso, investito e ucciso nei giorni scorsi sulla A25, rappresenta ancor di più una triste e grave perdita per la specie, già a rischio di estinzione. Come se non bastasse, dopo aver travolto il mammifero di 3-4 anni, l'auto se n'è andata senza fermarsi, lasciandolo senza vita sull'asfalto.
A segnalare l’incidente, avvenuto nei giorni scorsi, è stato proprio il Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise (Pnalm), di cui l’orso bruno marsicano è diventato l’animale simbolo.
Gli ambientalisti e lo stesso Parco nazionale richiedono da tempo che vengano costruite delle recinzioni a protezione delle autostrade, potenziale causa di morte per gli orsi, negli anni ripetutamente coinvolti in incidenti stradali tra la A24 e la A25.
La scorsa primavera, un’orsa – ribattezzata Amarena – era stata avvistata attraversare con i suoi quattro cuccioli il tratto autostradale fra Pescina e Carrito. La società Strada dei Parchi si è attivata progettando un intervento di messa in sicurezza di un tratto di circa 87 km lungo l'A24 e l'A25, ma nel frattempo, per affrontare in tempi rapidi l’emergenza, il Parco ha recintato a sue spese, con rete elettrificata alta 2 metri, 4 km di autostrada, per tutelare la famiglia di orsi.
Dopo l’ennesima morte di un orso sulle strade italiane, il WWF ha voluto prendere posizione, richiedendo interventi efficaci e in tempi brevi: “La messa in sicurezza delle barriere protettive dovrebbe essere una priorità. Negli ultimi anni sono state diverse le segnalazioni di attraversamenti dell’autostrada da parte di cervi, lupi e orsi su diversi tratti di A24 e A25. È evidente che le barriere non sono adeguate e presentano punti di rottura, dove gli animali selvatici passano, mettendo a serio rischio anche la vita degli automobilisti”.