Orti urbani, di cosa si tratta e perché sono importanti

Gli orti urbani sono degli spazi verdi, spesso situati in periferia e ricavati da aree in precedenza degradate, che sempre più Comuni stanno dando in gestione temporanea ai cittadini, dando loro la possibilità di coltivare prodotti sani e di qualità da consumare a casa propria. È un’iniziativa dalla storia antica, che oggi sta contribuendo a trasformare le città in luoghi più verdi, anche se i benefici di un orto urbano riguardano anche l’aspetto sociale. Vediamo come si fa a richiederne uno.
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Emanuele La Veglia 7 Gennaio 2021

Un orto urbano può essere la soluzione ideale, a cui magari non avevi ancora pensato, se vivi in città ma ti piacerebbe coltivare un piccolo appezzamento di terra da cui ricavare dei prodotti, proprio come faresti in campagna. Sempre più Comuni di tutta Italia, infatti, stanno decidendo di sfruttare gli spazi verdi inutilizzati, spesso situati in periferia e ottenuti da aree degradate, trasformandoli in orti urbani da dare temporaneamente in concessione ai cittadini, che pagando un prezzo simbolico possono dedicare il loro tempo a far crescere frutta, verdura e erbe aromatiche (oltre ai fiori) da consumare a casa propria, essendo così sicuri della provenienza dei prodotti.

Da Milano fino a Palermo, passando per Bologna e Roma, tutta Italia sta ormai scoprendo l'importanza degli orti urbani, che oltre a permettere di mangiare alimenti freschi, di qualità e di stagione portano molti altri benefici alle persone che li coltivano e contribuiscono a creare città sempre più green e sostenibili. Forse non sai che l'idea di creare degli spazi verdi in mezzo agli edifici non è nuova ma risale a tempi piuttosto antichi: vediamo allora come nasce il concetto di orto urbano, come si è sviluppato oggi, come si fa a richiederne uno e quali sono i vantaggi legati a questo tipo di iniziativa.

Cosa sono gli orti urbani

Di orti urbani si parla in diversi regolamenti comunali per indicare "un appezzamento di terreno, coltivabile e non edificabile, pubblico o privato, sito all'interno dell'agglomerato cittadino e del territorio comunale di riferimento, in particolare nelle aree periurbane ed extraurbane".

Per una definizione più completa, a livello nazionale è stata presentata il 28 aprile 2020 una proposta per rendere la situazione uniforme in tutta Italia. Si tratta del disegno di legge n.1784, secondo cui "ogni orto urbano non può superare le dimensioni di 400 metri quadrati. Al suo interno non è consentita la costruzione di edifici, mentre è consentita l'istallazione di un gazebo o di una struttura non abitabile, adibita esclusivamente agli usi connessi alla coltivazione, come la rimessa di attrezzi o prodotti raccolti".

Normalmente gli orti urbani vengono concessi in gestione ai cittadini per un periodo limitato tramite un bando pubblicato periodicamente dai rispettivi Comuni, al quale si può accedere se si hanno determinati requisiti, anche se la priorità viene data alle categorie più deboli, come i disabili, i disoccupati o le persone a basso reddito. Esiste poi un'altra tipologia di orto urbano: si tratta dei cosiddetti giardini condivisi, che però vengono affidati non a un singolo bensì a delle associazioni.

Storia degli orti urbani

Come ti dicevo, gli orti urbani non nascono ai giorni nostri ma molto prima di quanto si possa pensare. Dopo le prime esperienze in Germania e Francia nel corso del XIX secolo, in Italia l'idea di orto sociale si fa spazio durante la Seconda Guerra Mondiale, con la creazione degli orti di guerra che, per questioni di necessità, sorgevano praticamente in ogni spazio verde pubblico, dai giardini alle aiuole, al fine di coltivare soprattutto verdure e legumi che sfamassero la popolazione.

Terminato questo periodo, l'orto urbano fu rimesso in soffitta per ricomparire poi verso gli anni '70, anche se è soltanto in tempi più recenti che questa iniziativa si è veramente diffusa. In particolare, qualche anno fa un'indagine Coldiretti aveva rilevato come gli orti urbani in Italia fossero addirittura triplicati tra il 2011 e il 2013, un po' per effetto della crisi economica, ma soprattutto per l'attenzione sempre maggiore che le persone avevano iniziato a riservare alla qualità e alla provenienza del cibo. Questa crescita è proseguita negli anni successivi, nei quali sempre più Regioni e città hanno contribuito a creare nuovi spazi pubblici per i cittadini intenzionati a coltivare.

Benefici

Gli orti urbani sono costruiti per vari motivi: la natura infatti può essere la soluzione a tante cose in cui ci imbattiamo nella vita di tutti i giorni. Innanzitutto, come immaginerai, hanno un grande impatto ambientale poichè le piante catturano l'anidride carbonica prodotta dagli scarichi industriali e delle automobili. In particolare, possono essere rigeneranti per chi vuole riscoprire le primizie della natura, ma non può allontanarsi troppo dalla città: pensiamo ad esempio ai nostri nonni o a persone con difficoltà motorie. La pratica dell'orto inizia spesso alle scuole elementari, dove da diversi anni i bambini sono coinvolti in laboratori e iniziative green e, forse in passato sarà capitato anche a te o a qualche tuo familiare, arrivano a creare delle mini-coltivazioni.

Ma non è tutto, perché gli orti urbani possono giocare un ruolo importantissimo a livello sociale, favorendo una maggiore inclusione e aggregazione tra le persone, magari anche di diverse etnie, e mettendo in contatto cittadini di generazioni e culture diverse tra loro. Si tratta quindi di occasioni per arricchirsi e per passare più tempo a contatto con il verde, che per molti può rappresentare una sorta di anti-stress naturale.

Ultimo ma non meno importante è il vantaggio economico che un orto urbano dà a chi lo coltiva: un appezzamento di 10-20 metri quadri, infatti, può essere sufficiente a sfamare una persona per circa un anno, con un notevole risparmio che si unisce alla possibilità di mangiare prodotti ottenuti senza l'uso di pesticidi.

Come richiedere un orto urbano

Come ti accennavo, gli orti urbani sono concessi temporaneamente dai Comuni ai cittadini attraverso dei bandi appositi: per fare richiesta, dovrai collegarti al sito del tuo Comune di riferimento, dove troverai una sezione dedicata proprio agli orti urbani. A prescindere dalla città in cui abiti, la procedura da affrontare sarà molto simile, con dei requisiti da rispettare e una graduatoria che servirà ad ordinare le domande di assegnazione.

Gli esempi in Italia

Secondo l'ultima indagine della Coldiretti un italiano su quattro coltiva da sé piante e ortaggi perchè vuole mangiare genuino, uno su 10 per passione e il 4,8% per risparmiare. Un esempio molto particolare sono gli orti da terrazzo, una tradizione olandese portata in Italia da una start-up romana, pioniera in questo settore. Proprio nella capitale lo spazio dedicato al verde è tra i più estesi di tutta Europa, ma il primato per l'urban farming (espressione con cui avrai sentito citare l'agricoltura urbana) spetta all'Emilia Romagna, con 704mila metri quadrati di orti urbani, seguita nella classifica Istat, aggiornata al 2017, da Lombardia e Toscana. Che sia in casa, in una scuola, o in uno spazio tra gli edifici della città, la possibilità di avere orti in un contesto urbano rappresenta un'occasione per riconciliarti con te stesso, con gli altri e con l'ambiente.

(Modificato da Alessandro Bai il 26-3-21)