Case che scompaiono inghiottite dal mare: la costa est dell’Inghilterra deve fare i conti con la crisi climatica

A Happisburgh, nel Norfolk, già 34 abitazioni sono finite in mare perché il terreno è crollato e l’erosione non accenna a fermarsi. Ma anche la contea di East Riding in Yorkshire sta affrontando un problema simile. Giudicando troppo oneroso finanziare un piano di difesa di queste aree, il governo del Regno Unito sta provando a favorire il trasferimento degli abitanti verso l’entroterra. Migliaia di persone dovranno lasciare il posto dove vivono a causa della crisi climatica.
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Giulia Dallagiovanna 4 Gennaio 2023

Erosione costiera significa temere che la casa dove abiti finisca in fondo al mare. È esattamente questa la paura degli abitanti di Happisburgh, un piccolo paese di circa mille persone nella contea di Norfolk, est Inghilterra. Dai primi anni 2000 a oggi, ben 34 abitazioni sono crollate a causa di un terreno che non è più in grado di reggere i fattori ambientali, come precipitazioni di violenza crescente e livello del mare che aumenta. Il governo del Regno Unito ritiene che questo luogo non possa più essere salvato e ha promesso di favorire il trasferimento degli abitanti verso zone dell'entroterra meno a rischio. Ma il problema riguarda tutta la costa est dell'isola e in particolare il Nord Norfolk e la contea di East Riding in Yorkshire.

"Sono arrabbiata e ho il cuore spezzato", ha raccontato alla BBC Nicola Bayless, un'infermiera di 47 anni che si è trasferita a Happisburgh 18 anni fa. Il giorno del trasloco, la sua casa si trovava nel centro della cittadina. Ora è a soli 50 metri dalle scogliere e la fila di villette di fronte alla sua non esiste più. "I miei figli sono cresciuti qui, mio marito è morto qui e anche i miei genitori hanno sempre vissuto in questo posto. È davvero una situazione molto triste".

Bayless, come le persone che abitano vicino a lei, sa che è solo questione di tempo prima che sia costretta a cercare un altro posto dove vivere. "Sono molto preoccupata per questo nuovo anno. Avremo le ondate di alta marea e se arriverà un temporale intenso i margini della scogliera potrebbero crollare ancora. Ho iniziato a discutere con le mie figlie della possibilità di spostarci e la più piccola mi ha detto che per lei va bene qualsiasi altra zona, purché sia lontano dalla costa".

Bryony Nierop-Reading, invece, ha 77 anni e non vuole lasciare il paese perché, dice, non si può accettare che venga inghiottito dal mare senza fare nulla per evitarlo. Quando nel 2013 la terra sotto la sua villetta è crollata, si è traferita in un appartamento accanto a quello di Bayless. Ma ora la costa la sta raggiungendo di nuovo. Nemmeno le barriere di legno e cemento che le autorità avevano fatto erigere a difesa di Happisburgh si sono rivelate una soluzione efficace: i costi di manutenzione erano troppo elevati.

Nemmeno le barriere di legno e cemento sono state una soluzione efficace: costi di manutenzione troppo alti

La ragione di questo dramma, vissuto da tutta l'area est della costa inglese, è da ricercarsi in un insieme di fattori. Prima di tutto, le rocce delle scogliere sono costituite da depositi morenici, derivati cioè dall'erosione dei ghiacciai. Hanno una consistenza sabbiosa e dunque più suscettibile ai fenomeni meteorologici. Il cambiamento climatico però ha reso questi ultimi più frequenti e violenti e, allo stesso tempo, sta provocando un innalzamento di mari e oceani che si traduce in maree più intense e onde che si abbattono sulla riva con maggiore forza. Provocando ulteriori crolli. Non è un caso se il problema si è avvertito soprattutto negli ultimi 20 anni.

Un crollo della scogliera nei pressi di Happisburgh fotografato a gennaio 2021

Il governo britannico, riconoscendo nella crisi climatica la principale causa dell'erosione costiera, ha stanziato 36 milioni di sterline (quasi 41 milioni di euro) per avviare il Coastal Transition Accelerator Programme che riguarderà soprattutto le due contee più colpite. I fondi serviranno per facilitare la ricollocazione delle comunità. D'altro canto, mettere in piedi strategie di difesa e contrasto al crollo delle scogliere risulterebbe troppo oneroso a livello economico. Nei prossimi sei anni, inoltre, 2,5 miliardi di sterline saranno investiti in azioni di difesa o prevenzione dall'erosione costiera.

Ma il Regno Unito non è il solo Paese occidentale a doversi preoccupare di come la crisi climatica si stia mangiando il suolo. Nella Carolina del Nord, ad esempio, l'Atlantico sta letteralmente inghiottendo gli Outer Banks e anche in questo caso gli abitanti stanno ripiegando verso l'entroterra. E l'Italia? La nostra è una delle nazioni più soggette all'erosione costiera. Tra il 1970 e il 2020 abbiamo perso 40 milioni di metri quadrati di costa, in media 23 metri di profondità, come ha denunciato Legambiente. Un danno ambientale, umano ed economico. Senza contare il fatto che resta sempre meno suolo sul quale abitare.