Paralizzato da 11 anni, torna a camminare grazie a un ponte wireless che trasforma il pensiero in azione

I ricercatori del Politecnico di Losanna sono riusciti a rimettere in piedi, letteralmente, un uomo paralizzato da oltre 11 anni a causa di una lesione al midollo spinale riportata dopo un incidente in bicicletta. Tutto grazie a un innovativo sistema di connessione tra il cervello e il midollo.
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Kevin Ben Alì Zinati 25 Maggio 2023
* ultima modifica il 25/05/2023

È tornato a controllare le proprie gambe, a camminare e a stare in piedi per bere una birra con gli amici.

Per Gert-Jan, 40 anni, sono conquiste immense e bellissime visto che 11 anni fa una lesione del midollo spinale riportata dopo un incidente in bicicletta lo aveva paralizzato dalle gambe in giù.

A rimetterlo in piedi, letteralmente, è stata la tecnologia dell‘interfaccia cervello-computer che trasforma il pensiero in azione.

Gert–Jan, 40 anni, è tornato a camminare e a stare sulle proprie gambe grazie a un ponte wireless tra il cervello e il midollo spinale. Photo credit: Epfl.

Un approccio innovativo, messo a punto dal Politecnico di Losanna, che è in grado di creare una connessione, un vero e proprio ponte wireless tra il cervello e il midollo spinale.

In questo modo Gert-Jan è riuscito a recuperare le proprie funzioni neurologiche perse: la naturalezza controllo sul movimento delle sue gambe paralizzate e il piacere di poter vivere di nuovo in piedi: “Questo semplice piacere rappresenta un cambiamento significativo nella mia vita ha raccontato Gert-Jan.

Per stabilire questa connessione, i ricercatori svizzeri hanno prima impiantato sopra la regione del cervello responsabile del controllo dei movimenti delle gambe una serie di dispositivi chiamati Wimagine, capaci di decodificare i segnalielettrici creati dal cervello ogni volta che razionalmente pensiamo di voler camminare.

Uno dei sensori Wimagine che sono stati inerti nel cervello di Gert–Jan e che lo aiutano a trasformano il pensiero in movimento. Photo credit: Epfl

Un neurostimolatore, poi, è stato collegato a un nucleo di elettrodi sulla regione del midollo spinale deputata al controllo del movimento delle gambe.

Sfruttando poi degli algoritmi di intelligenza artificiale adattiva, il sistema riesce a leggere e decodificare in tempo reale le intenzioni di movimento, convertendole poi in sequenze di stimolazione elettrica del midollo spinale. Queste, a loro volta, attivano i muscoli delle gambe che, a quel punto, innescano il movimento pensato e desiderato.

Sebbene il ponte digitale, per ora, sia stato testato solo su una persona, i ricercatori sono convinti che in un futuro non troppo lontano una simile strategia potrebbe aiutare anche altre persone paralizzate a recuperare, per esempio, le funzioni del braccio e della mano.

Oppure, altro scenario estremamente ambizioso, potrebbe essere applicato anche nei casi di paralisi dovuta a ictus.

Fonte | EPFL

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