Paura degli aghi? In futuro i vaccini potrebbero essere iniettati con gli ultrasuoni

Contro la paura degli aghi, un gruppo di ricercatori dell’Università di Oxford sta indagando l’ipotesi di somministrare un vaccino in maniera indolore e senza alcuna iniezione attraverso l’utilizzo di ultrasuoni.
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Kevin Ben Alì Zinati 10 Dicembre 2023
* ultima modifica il 10/12/2023

I vaccini sono uno strumento imprescindibile per la salute pubblica del mondo, ma come sai molte persone ancora oggi sono titubanti a sottoporsi alla loro somministrazione.

La colpa? Lasciando da parte le fake news e le varie teorie complottiste (non ultima quella riportata qualche giorno fa dal vicedirettore de La Verità), bisogna ammettere che spesso tra i motivi di una scarsa adesione alla vaccinazione c’è la paura per gli aghi.

Può sembrare banale ma conta che solo negli Stati Uniti, secondo i Cdc, circa un quarto degli adulti e due terzi dei bambini hanno forti paure delle iniezioni.

Per questo, un gruppo di ricercatori dell’Istituto di ingegneria biomedica dell’Università di Oxford sta indagando, con grande concretezza, l’ipotesi di somministrare un vaccino in maniera indolore e senza alcun ago attraverso gli ultrasuoni.

L’idea alla base dello studio è di sfruttare gli impulsi ad ultrasuoni per trasportare i vaccini attraverso la pelle senza aghi. Questa tecnica, che utilizza le onde sonore per creare bolle che creano un percorso per il vaccino, può essere particolarmente utile per i vaccini a DNA. Photo credit: Darcy Dunn–Lawless

La tecnica, che verrà presentata nell’ambito del convegno Acoustics 2023 a Sydney, si basa su un effetto acustico chiamato cavitazione, ovvero la formazione e lo scoppio di bolle in risposta a un'onda sonora.

L’obiettivo, hanno spiegato i ricercatori, è quello di sfruttare le esplosioni concentrate di energia meccanica prodotte dal collasso di queste bolle in tre modi principali. “In primo luogo, per liberare i passaggi attraverso lo strato esterno delle cellule morte della pelle e consentire il passaggio delle molecole del vaccino. In secondo luogo, agire come una pompa che spinge le molecole del farmaco in questi passaggi. Infine, per aprire le membrane che circondano le cellule stesse, poiché alcuni tipi di vaccini per funzionare devono entrare nella cellula”.

I test iniziali, effettuati in vivo, hanno dimostrato che con l’approccio della cavitazione vengono rilasciate 700 volte meno molecole di vaccino rispetto all’iniezione convenzionale: questo metodo tuttavia ha prodotto una risposta immunitaria più elevata da parte dell’organismo dei riceventi.

Secondo i ricercatori, ciò potrebbe essere dovuto alla pelle ricca di difese immunitarie colpita dagli ultrasuoni, a differenza invece dei muscoli.

Se gli studi dessero risultati concreti, efficaci e sicuri, potremmo avvicinarci a un vaccino più efficiente e in grado di contribuire a ridurre i costi e aumentare l’efficacia con un rischio minimo di effetti collaterali.

Un simile approccio, poi, potrebbe essere particolarmente vantaggioso per i vaccini a DNA, oggi difficili da fornire. Con la cavitazione in grado di aiutare ad aprire le membrane che bloccano l’accesso terapeutico al nucleo cellulare, hanno spiegato gli scienziati, gli altri vantaggi dei vaccini a DNA, come una risposta immunitaria mirata, un basso rischio di infezione e la stabilità a scaffale, possono essere utilizzati meglio.

Fonte | Acoustical Society of America

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.