Per 5 giorni un incendio ha minacciato il Kilimangiaro: è stato spento grazie al lavoro di oltre 500 volontari

Sono andati in fumo 28 km² di terreno sul Kilimangiaro a causa di un incendio “accidentale”. Ci sono voluti 500 volontari, pompieri, aerei e elicotteri per mettere fine a questo inferno che stava devastando uno dei luoghi più iconici del nostro pianeta. Fortunatamente non ci sono stati né morti né feriti.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Francesco Li Volti 20 Ottobre 2020

Il Kilimangiaro, la montagna più alta dell'Africa, stavolta ha rischiato davvero grosso. Un incendio durato 5 giorni ha minacciato seriamente di devastare uno degli ecosistemi più ricchi e diversificati del mondo. Grazie al lavoro di 500 volontari accorsi dalle comunità locali e dalle associazioni ambientaliste, dei pompieri, degli elicotteri e degli aerei antincendio, il fuoco è stato spento definitivamente. "L'impresa è stata più grande e più difficile di quanto avessimo immaginato", ha dichiarato il ministro per le risorse naturali e il Turismo, Hamisi Kigwangalla.

Non si conoscono ancora le cause, ma sembra che le fiamme siano partite da un punto di ristoro, nell'area di servizio di Whona, popolare tra gli alpinisti che usano le rotte verso Mandara e Horombo, per scalare la montagna.

L'erba secca e i forti venti hanno ostacolato gli sforzi per tenere sotto controllo le fiamme. Per ora sono 28 i km² devastati dall'incendio, pari all' 1,6% dell'intero Parco, tra cui l'Horombo Tourist Camp, dodici capanne e diverse installazioni di energia solare. Le fiamme hanno raso al suolo anche vaste aree di foresta e di arbusti, in particolare gli alberi di Erica e Podocarpo.

Fortunatamente non ci sono stati né morti né feriti e nessuna specie animale sembra sia stata vittima del rogo. I video e le immagini hanno mostrato i volontari che lottavano per spegnere gli incendi, mentre un denso fumo bianco aleggiava nel cielo dietro di loro.

Per le città che vivono alla sua ombra, l'arrivo dei turisti, oltre a essere una fonte di guadagno, è anche un motivo di orgoglio. Ma la preoccupazione che l'overtourism minacci lo splendore naturale del Kilimanjaro, è cresciuta notevolmente negli ultimi anni.

Quando la Tanzania ottenne l'indipendenza nel dicembre 1961, il nuovo leader, Julius K. Nyerere, inviò una squadra di alpinisti per scalare la vetta più alta del continente, piantandoci una torcia come metafora delle aspirazioni future della nazione.

Con una vetta di 5.895 metri, il monte Kilimangaro è il punto più alto dell'Africa ed è considerato lo stratovulcano più alto del mondo. Le cime innevate della montagna e il parco nazionale circostante sono stati dichiarati patrimonio mondiale dell'UNESCO nel 1987, grazie alle sue piante endemiche e le dozzine di specie di animali.

Negli ultimi anni, la montagna e l'ecosistema circostante hanno dovuto affrontare grosse sfide, tra cui l'inquinamento dell'acqua e dell'aria, il disboscamento illegale e il bracconaggio. Il cambiamento climatico ha anche spinto i ghiacciai e le calotte glaciali della montagna a sciogliersi.