
L'orso MJ5, noto come Johnny, è in pericolo di vita? Sul destino dell'animale che agli inizi di marzo ha attaccato e ferito, non in pericolo di vita, un escursionista in Val di Rabbi (Trento) ci sono ipotesi discordanti. Da un lato abbiamo Assemblea Antispecista che ritiene di sì, dall'altro la Provincia di Trento che sostiene il contrario.
Assembra Antispecista – collettivo impegnato da anni in campagne mirate alla liberazione animale – ha infatti dichiarato in una sua nota: “La notizia che da settimane temevamo di ricevere è purtroppo arrivata. Fonti anonime, vicine alla Provincia Autonoma di Trento, ci informano che tra i monti del Trentino la caccia ad orso Johnny ha ufficialmente avuto inizio, pare anche che Ispra abbia espresso il proprio favore a catturarlo per mettergli un radiocollare”. E poi specificano: “Una cattura che ha come scopo il monitoraggio degli spostamenti dell'orso potrebbe sembrare un male minore rispetto all'ipotesi di un'immediata esecuzione. Va però ricordato che la volontà della Giunta Fugatti di applicare il radiocollare è esclusivamente finalizzata a facilitare l'uccisione di orso Johnny”.
Diverso è il parere della Provincia Autonoma di Trento che ha chiarito alcuni punti: “In merito ad alcune voci che stanno circolando in queste ore, si rende necessario precisare che ad oggi non è stato acquisito alcun parere di Ispra finalizzato alla rimozione dell’orso MJ5”. A tal proposito, la Provincia fa “presente che la cattura finalizzata alla sola radiocollarizzazione per il monitoraggio di esemplari problematici non necessita di ulteriori autorizzazioni rispetto a quella già in vigore per tale scopo e che il presidente della Provincia ha rilasciato con il parere favorevole di Ispra già prima dell'aggressione avvenuta lo scorso 5 marzo”.
La questione non è semplice. Se, infatti, secondo il governo della Provincia Autonoma di Trento si tratta di un'operazione per applicare un radiocollare a MJ5, per gli attivisti la storia è diversa.
Come ti abbiamo già raccontato, l'orso Johnny è nato nel 2005 da Maja e Joze, orsi sloveni con cui è iniziato il progetto Life Ursus sulle Alpi, ha 18 anni e in questi ultimi anni ha frequentato soprattutto la zona del Brenta meridionale, senza tuttavia dimostrarsi mai pericoloso o "problematico". Situazione che è cambiata recentemente quando Johnny ha aggredito un escursionista di 38 anni in Val di Rabbi.
L'applicazione di un radiocollare a un orso di quest'età “nasconde in realtà rischi intrinseci che non si possono sottovalutare”, spiega l'Assemblea Antispecista. Del resto sappiamo bene che dall'inizio del progetto Life Ursus (finanziato dall’Unione Europea per dare vita a un nucleo di orsi bruni nell’area del Trentino occidentale e nelle provincie di Bolzano, Sondrio e Verona) “su 50 orsi catturati per operazioni definite di routine i decessi dovuti a complicazioni legate alla telenarcosi sono stati ben 4, costati la vita a KJ2G1 nel 2008, Daniza nel 2014, JJ5 nel 2015, F43 poco più di 6 mesi fa”.
In casi del genere, come è noto, risulta sempre necessario muoversi con attenzione. Non entriamo nel merito dell'aggressione, ma riportiamo le parole con cui Andrea Pugliese, presidente di Legambiente Trento, ha commentato l'incidente: “Purtroppo negli ultimi anni la politica locale ha preferito enfatizzare i pericoli provocati dagli orsi, anziché aiutare a costruire la convivenza dell'uomo con i grandi carnivori, sulla base di protocolli scientifici”. Alla fine, forse avrebbe senso interrogarsi su questo punto.