Liguria. Toscana. Sicilia. Emilia-Romagna, per la quarta volta in un anno e mezzo. Come mai continuiamo a vedere tutta questa acqua e perché non riusciamo a gestirla?
La risposta è da cercare nell’equazione di Clausius–Clapeyron, grazie alla quale sappiamo che per ogni aumento di temperatura di 1°C l’atmosfera può trattenere il 7% di acqua in più. Quindi l’acqua si accumula in atmosfera per più tempo e quando poi viene a piovere, ne scarica tantissima e tutta insieme.
Inoltre, quest’anno abbiamo avuto temperature record del Mar Mediterraneo, e ciò ha contribuito ad aumentare la quantità di acqua che evapora e che si accumula.
Dalla fisica non si scappa, come ci ricordiamo tutti dalle interrogazioni a scuola. Finché le temperature aumentano, le alluvioni saranno sempre più intense. E quindi finché non abbandoniamo le fonti di energia sporca e le attività che più inquinano l’atmosfera, riscaldandola, l’equazione di Clausius-Clapeyron continuerà a farsi sentire.
Dall’altra parte, bisogna parlare di adattamento. Ponti, fiumi, dighe, tombini, tutte le nostre infrastrutture sono state progettate per un clima diverso, per medie stagionali meno intense, più regolari. Per un mondo che non è quello di oggi. Anche su questo aspetto c’è da lavorare. Le città spugna sono un’idea, per esempio.
Nel frattempo, noi tutti, soprattutto chi vive nelle zone più a rischio, dovremo imparare ad ascoltare i sistemi di allerta e reagire prontamente quando si attivano.