
Se hai un gatto e lasci una porta chiusa sai che nel giro di poco tempo cominceresti a udire un miagolio sempre più forte e sofferente.
A un certo punto sentiresti anche il rumore dei graffi contro la porta: come se il gatto volesse – anzi dovesse – entrare nella stanza a tutti i costi.
Se anche tu ci convivi sai bene che i gatti non amano le porte chiuse. Hanno un serio problema quando si trovano di fronte a un blocco che impedisce l’accesso a una stanza, anche se dall’altra parte non c’è niente e “di fatto” non è il loro territorio.
La scienza si è interrogata sul perché accada e ha scoperto che anche i gatti, come gli umani, soffrono della cosiddetta Fomo. Acronimo di "Fear of missing out", è la paura di rimanere “tagliati fuori”, esclusi dal mondo o da una situazione e quindi perdersi qualcosa.
È proprio la Fomo che spinge moltissimi di noi, per esempio, a seguire assiduamente tutti i trend, le serie tv di cui tutti parlano, le mode: per paura di non rimanere indietro e sentirsi esclusi. Per i gatti funziona allo stesso modo.
Questi felini, come ha spiegato la comportamentista felina Jane Ehrlich, odiano sostanzialmente tre cose che, guarda caso, iniziano tutte con l lettera “C”. Il non avere possibilità di scelta (dall’inglese “choice”), la mancanza di controllo (“control”) e i cambiamenti (“change”).
Una porta chiusa di fronte al naso, per un gatto, rappresenta la somma di tutte e tre le cose che più odia al mondo. Davanti a una porta sbarrata viene bloccato sul l’istinto naturale verso il controllo, verso il dominio totale su ciò che accade nell’ambiente che lo circonda.
Una porta chiusa equivale a una limitazione della loro libertà e, quindi, a un’impossibilità di scelta.