Perché i prodotti bio costano di più? I dati e le cause

Un’agricoltura biologica fornisce prodotti più sani e di maggior qualità rispetto alle produzioni convenzionali e intensive, che puntano piuttosto sulla quantità. È chiaro però che produrre alimenti bio significa investire più risorse e tempo e ciò equivale a prezzi decisamente più alti.
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Kevin Ben Alì Zinati 16 Ottobre 2024
* ultima modifica il 08/11/2024

Quando senti parlare di cibi biologici devi pensare a quegli alimenti che vengono prodotti senza l’utilizzo di sostante chimiche sintetiche come pesticidi, fertilizzanti o antibiotici.

I prodotti “bio”, sono i frutti di un’agricoltura più sana tanto per le coltivazioni quanto per chi se ne serve, e anche più sostenibile rispetto a quelle più convenzionali e intensive che invece puntano forte sulla quantità a scapito della qualità.

Il sillogismo è presto fatto. È chiaro infatti che produrre alimenti bio significa investire più risorse e tempo e ciò si riflette inevitabilmente sui prezzi di questi alimenti, decisamente più alti rispetto ai loro equivalenti convenzionali.

Le ragioni, come avrai intuito, sono molteplici e nelle prossime righe cercherò di spiegartele nel dettaglio.

Da cosa deriva il costo dei prodotti bio?

Non è solo una percezione: i prodotti biologici hanno davvero un prezzo più alto. Questo dipende da diversi fattori.

Metodi di produzione

Come ti dicevo all’inizio, il cuore di un’agricoltura biologica è la totale assenza di pesticidi e fertilizzanti chimici. Chi produce bio sceglie coscientemente di non impiegare sostanze chimiche sintetiche preferendo loro alternative naturali per proteggere le colture e migliorare la fertilità del suolo.

Queste scelte molto spesso determinano un aumento dei costi dell’intera produzione: sia perché queste sostanze naturali più ricercate e dunque più costose sia perché rendono necessaria una maggiore manodopera da parte di tecnici specializzati.

Rotazione delle colture

Tra le diverse strategie che gli agricoltori utilizzano per mantenere una buona salute del suolo c’è la cosiddetta rotazione delle colture.

Si tratta di una tecnico agronomica che prevede la variazione delle specie coltivate in un determinato appezzamento di terreno – secondo cicli prestabiliti – al fine anche di ridurre il rischio di parassiti e malattie e aumentare la resa delle colture.

Puoi facilmente intuire però che trasformare così spesso un campo coltivato fa inevitabilmente aumentare i costi di produzione.

Certificazioni e controlli

Le certificazioni di qualità per i prodotti coltivati sono necessarie e tutte hanno i propri costi: le etichette biologiche tuttavia richiedono molto tempo e parecchio denaro ingiù rispetto a quelle tradizionali.

Considera poi che per poter considerare un prodotto “biologico”, l’intera produzione deve superare rigide e regolari ispezioni e deve rispettare rigorosi standard di produzione che, inevitabilmente, incidono sui costi.

Minore Produttività

Non utilizzare sostanze chimiche sintetiche a volte può alzare il rischio che la coltura non produca quanto ci si sarebbe aspettati. E questo significa che gli agricoltori devono vendere i loro prodotti a un prezzo più alto per coprire i costi.

Consigli per acquistare bio e risparmiare

Tutto questo però non deve disincentivarti nell’acquisto di prodotti biologici. Anzi, esistono diversi modi per acquistare prodotti biologici senza spendere una fortuna. Per esempio, affidati di più ai mercati contadini, ai gruppi di acquisto solidale o ai produttori locali che, molto spesso, non utilizzano sostanze fertilizzanti chimiche e propongono prodotti di stagione, generalmente più economici e freschi.

Prova anche ad acquistare prodotti non deperibili in grandi quantità, in modo da provare ad abbattere il costo per singola confezione. Altrimenti, se ti è possibile, il consiglio più grande è quello di rimboccarti le maniche e provare a coltivare il tuo personalissimo orto.

In questo modo potresti avere frutta e verdura sana, biologica e a chilometro zero.

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.