Perché in futuro vedremo sempre meno arcobaleni nel Mediterraneo

“Il cambiamento climatico sta influenzando la formazione di questi fenomeni: ora sappiamo che è così”, ha affermato l’autrice dello studio.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Francesco Castagna 1 Marzo 2024

Entro la fine del secolo in alcuni posti del mondo i bambini non sapranno più cos'è un arcobaleno. Non è uno scherzo, ma ciò che è riuscita a scoprire un'intera classe di studenti della New York University nel 2023.

Lo studio è partito da una semplice domanda della professoressa di scienze ambientali Kimberly Carlson, una scienziata che si è posta, mentre era affacciata nella sua casa-vacanze a Mānoa Valley di Oahu, un semplice quesito: "il cambiamento climatico influirà sulla formazione dei meravigliosi arcobaleni delle Hawaii e dell’intero pianeta?".

Lo studio

Così, una volta tornata in città, la scienziata ha chiesto spiegazioni ai suoi colleghi, che hanno pensato bene di coinvolgere subito un'intera classe universitaria per lavorare in team al dubbio in questione. Lo studio si chiama "Distribuzione globale dell'arcobaleno nei climi attuali e futuri", e ha dimostrato come, a causa dell'aumento della temperatura terrestre, alcune aree del mondo, tra cui il Mediterraneo, l’Africa meridionale e  alcune zone del Sud America tropicale.

Questo perché le aree appena citate diventeranno sempre più aride. Se il Sole, una delle due componenti principali per la formazione degli arcobaleni, continuerà a eseguire la sua attività, le piogge saranno sempre meno frequenti. I dati degli ultimi anni ce lo avevano già confermato: "Nel 2022 circa il 20% del territorio nazionale versa in condizioni di siccità estrema e circa il 40% in siccità severa e moderata. In termini di persistenza delle condizioni di siccità, il 2022 risulta in Italia il terzo per gravità, preceduto solo dal 1990 e dal 2002″.

Come si formano gli arcobaleni

Ma come hanno fatto la professoressa insieme al team di ricerca a realizzare lo studio? Come ha spiegato, ha utilizzato modelli computerizzati per simulare le condizioni future necessarie per la formazione degli arcobaleni. Se da una parte ha scoperto che alcune aree nel mondo diventeranno più aride, dall'altra ha notato come Alaska e Siberia saranno luoghi sempre più piovosi, in modo tale da creare le condizioni per una maggiore frequenza degli arcobaleni.

Se abbiamo la fortuna di assistere alla meravigliosa visione degli arcobaleni è perché, nell'atmosfera, si verificano alcuni passaggi, di cui alla base c'è la dispersione ottica della luce del Sole che attraversa le gocce di pioggia, che funzionano come un prisma. La luce bianca viene scomposta nel momento in cui incontra le gocce e separa le singole componenti della luce.

Sulla Terra se ne vedranno sempre di più: il paradosso colorato

Siamo di fronte a un grande paradosso, perché secondo lo studio un mondo sempre più caldo avrà sempre più arcobaleni. Ma attenzione, solo in pochi punti nel mondo: Russia, Canada e Alaska. Gli arcobaleni quindi compariranno circa cinque giorni in più all'anno rispetto al 2024. In più accadranno, secondo gli schemi climatici studiati dagli scienziati, due fenomeni rilevanti: da una parte ci sarà sempre meno neve, e quindi più pioggia, dall'altra ci saranno sempre meno nuvole. E questo, secondo i ricercatori, sarà un male, perché le nuvole contribuiscono al raffreddamento del Pianeta.

Fonte| ScienceDirect; ISPRA;