Perché le mani raggrinziscono in acqua?

Secondo uno studio inglese, il raggrinzimento delle mani in acqua sarebbe il risultato di un adattamento evolutivo: quando sono bagnate, sulle mani il minor coefficiente d’attrito renderebbe difficoltoso afferrare degli oggetti. La formazione di piccole rughe sarebbe dunque la soluzione per avere una una miglior presa anche mentre siamo in acqua.
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Kevin Ben Alì Zinati 26 Giugno 2024
* ultima modifica il 03/07/2024

Quando tieni per tanto tempo le mani o i piedi sotto l’acqua i palmi, le piante ma soprattutto i polpastrelli raggrinziscono, formano cioè delle piccole rughe che secondo molti renderebbero la tua pelle simile alla buccia di una prugna per poi tornare al loro aspetto originale dopo pochi minuti.

La scienza e la medicina hanno provato ad indagare il fenomeno e anche se finora non hanno trovato una spiegazione univoca e definitiva, hanno comunque messo in campo teorie interessanti: tra queste, c'è l'idea che il raggrinzamento delle dita in acqua sia il risultato di un adattamento evolutivo utile per migliorare la presa degli oggetti mentre siamo immersi.

Perché la pelle raggrinzisce?

Secondo alcuni studi, il raggrinzamento delle dita delle mani e dei piedi sarebbe un fenomeno strettamente correlato al sistema nervoso. Lo sottolinea anche un'altra ricerca, pubblicata sulla rivista Brain, Behaviour and Evolution, che ha slegato l’avvizzimento delle dita dal processo di osmosi, cioè il meccanismo per cui immergendo le dita in acqua questa fuoriesce dalla pelle.

Anzi, secondo i ricercatori sarebbe una risposta messa in atto dal sistema nervoso: il raggrinzamento sarebbe dovuto a una riduzione del volume della polpa della punta delle dita, causata dalla vasocostrizione a sua volta controllata dal sistema nervoso autonomo. Se alcuni nervi delle dita fossero tagliati e la mano fosse immersa in acqua, la risposta rugosa scomparirebbe. Le dita raggrinzite, quindi, nel tempo sono diventate indicatori di un sistema nervoso intatto.

Il fatto che la pelle a prugna in condizioni di bagnato fosse una risposta mediata neuronalmente, ha spinto un altro gruppo di ricercatori inglesi a chiedersi se questa fosse una funzione adattativa.

Come ha suggerito un gruppo di ricercatori dell'Università di Newcastle nello studio pubblicato sulla rivista Royal Society Journal Biology Letters, mentre la pelle idratata ha un coefficiente di attrito più elevato rispetto alla pelle secca, sulla superficie delle mani bagnate si avrebbe invece un coefficiente di attrito molto basso a causa della lubrificazione acquosa. Per questo hanno pensato che le famose rughe sulle dita potrebbero servire per migliorare la manipolazione di oggetti molto bagnati o sommersi. Un po’ come i battistrada degli pneumatici, le rughe delle dita drenerebbero quindi l’acqua migliorando l’aderenza.

Secondo gli scienziati, l’idea sarebbe anche coerente con il fatto che le rughe si verificano tendenzialmente sulle dita, cioè sulle zone della pelle che normalmente sono in contatto con superfici o oggetti da manipolare. Le dita avrebbero così più “grip” e sarebbero più efficaci nell'afferrare oggetti bagnati una volta raggrinzite.

Bisogna uscire fuori dall'acqua quando la pelle raggrinzisce?

Il raggrinzimento temporaneo della pelle per il contatto con l'acqua non è di per sé un danno cutaneo. Come ti ho spiegato qui sopra, è un effetto naturale a cui vai incontro quando passi tanto tempo sotto l'acqua e soprattutto è reversibile nel giro di pochi minuti. I genitori lo prendono come il segnale che è tempo che il proprio figlio esca dall'acqua anche se rimanere a lungo immersi non rappresenta un pericoloso per la pelle o più in generale per la salute.

Chiaro, a meno che non si tratti di acqua troppo calda o troppo fredda. In quei casi possono insorgere altri problemi, come la disidratazione della pelle o l'ipotermia.

Fonti | "Water-induced finger wrinkles improve handling of wet objects" pubblicato sulla rivista Royal Society Journal Biology Letters

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