
In Italia è un elemento presente in quasi ogni bagno, tanto da essere dato per scontato. Eppure, in gran parte del mondo il bidet è praticamente sconosciuto o considerato superfluo. Questo curioso divario ha radici profonde che intrecciano cultura, storia, igiene e abitudini quotidiane.
Il bidet nasce in Francia nel XVIII secolo come strumento per l’igiene intima, ma è in Italia che trova la sua massima diffusione, soprattutto a partire dal secondo dopoguerra. In altri Paesi, però, non è mai diventato parte integrante dell’arredo bagno. Perché?
Le ragioni sono diverse:
Oltre all’Italia, il bidet è diffuso anche in alcuni Paesi dell’America Latina, in Giappone (sotto forma di wc tecnologici con getto d’acqua incorporato) e in parte del Medio Oriente. La sua presenza è spesso legata a un concetto più esteso di igiene personale, molto valorizzato in queste culture.
Chi cresce con il bidet ne percepisce l’utilità quotidiana. Al contrario, chi non lo ha mai utilizzato tende a non sentirne la necessità. Si tratta quindi anche di abitudine e educazione igienica, che variano da Paese a Paese.
Negli ultimi anni, grazie alla globalizzazione e all’aumento dei viaggi internazionali, il bidet sta iniziando a incuriosire anche chi non lo ha mai utilizzato. In alcuni mercati di lusso e hotel di fascia alta, sta lentamente comparendo come simbolo di comfort e cura personale.
L’assenza del bidet in molti Paesi non è una mancanza, ma il riflesso di abitudini culturali diverse. In Italia è un simbolo di igiene e benessere, altrove semplicemente non rientra nella quotidianità. Eppure, le tendenze cambiano: chissà che un giorno non diventi uno standard globale.