È falso che Pfizer abbia spedito in Europa una consistente porzione di farmaci spacciati per vaccini a mRna contro Sars-CoV-2 quando in realtà erano dei semplici placebo.
Ed è altrettanto falso che la Germania avrebbe avvallato un simile “piano” segreto, illegale e antiscientifico tappandosi la bocca sull’accaduto.
Quella partita dal giornalista finanziario Robert Kogon, vicino al mondo No Vax, e rimbalzata in fretta tra i commenti Facebook non è nient’altro che l’ennesimo tentativo di avvelenare le piazze social, l’ennesima bugia costruita solo per fare una pericolosa disinformazione.
Lo dice il buon senso ma anche una precisa ricostruzione dei fatti. Ma andiamo con ordine.
Robert Kogon, giornalista finanziario con una certa fama all’interno del mondo dei complottisti e dei detrattori dell’efficacia dei vaccini anti-Covid, si è fatto portavoce di una presunta rivelazione scientifica sulla gestione della vaccinazione contro il Coronavirus.
Il giornalista ha citato le parole del professor Gerald Dyker, esperto di chimica organica all’Università della Ruhr di Bochum, e del professor Jörg Matysik, ordinario di chimica analitica all’Università di Lipsia i quali, durante il programma online Punkt.Preradovic, avrebbero a loro volta fatto menzione di uno documento danese contenente “prove sorprendenti” di un complotto legato al vaccino Comirnaty di Pfizer-BioNTech.
Nello studio, che in realtà è più una lettera, in sostanza sarebbe stata osservata una variazione piuttosto consistente e sospetta nelle reazioni avverse legate a diversi lotti di vaccino.
Gli autori danesi avevano infatti distinto tra gruppi con livelli di reazioni “moderati” (circa il 60% del totale), livelli "alti" (il 5%) e livelli di effetti pressoché vicini allo zero: circostanza avvenuta nel 30% dei casi.
Propri quest’ultimo gruppo, secondo i due scienziati Dyker e Matysik, sarebbe la prova del fatto che quei farmaci non erano vaccini veri ma piuttosto dei placebo.
Anche perché, hanno continuato i due, confrontando i numeri dei lotti contenuti nello studio danese con le informazioni pubbliche disponibili su quelli approvati per il rilascio, quasi nessuno dei lotti con nessun effetto avverso sarebbe stato sottoposto a un test di controllo della qualità, a differenza degli altri.
Un quadro, ha scritto Kogon riprendendo le parole di Dyker e Matysik, che sembrerebbe insomma sosterrebbe il sospetto iniziale: Pfizer all’Unione Europea non avrebbe venduti farmaci ma soluzione salina.
Ovviamente, però, le cose non sono andate così. A confutare questa “folle” teoria ci ha pensato Open, secondo cui per capire che non si tratta della prova di un complotto basterebbe pensare all’utilità del concetto di effetto placebo negli studi scientifici. Ovvero quel "fenomeno mentale" per il quale alcune persone si convincono di aver sperimentano un beneficio – o magari un effetto negativo – dopo la somministrazione di una sostanza che però è inerte o comunque incapace di dare alcun effetto.
Il placebo insomma, seppur inattivo può comunque essere associato a effetti collaterali. In più, gli autori danesi della lettera non userebbero mai il termine placebo e non si sarebbero nemmeno preoccupati di capire se a quel 30% di lotti con zero effetti avversi corrispondesse un numero di pazienti con forme gravi di infezione da Sars-CoV-2.
La storia di Kogon, insomma è falsa e fuorviante anche perché sono gli stessi autori della lettera a parlare di un’analisi preliminare e caratterizzata da diversi limiti, legati soprattutto al fatto che le segnalazioni spontanee riferite da pazienti e registrate dalle autorità non sarebbero state verificate. Un'altra, pericolosa fake news sul Covid insomma.
Fonte | Organizzazione Mondiale della Sanità