“Possiamo ancora fare la differenza sul pianeta, in modo positivo”. Intervista all’artista e regista Anne de Carbuccia

Nella giornata in cui si celebra la Terra, il messaggio positivo dell’artista e regista francese Anne de Carbuccia: “Ho ancora questa voglia di fidarmi e affidarmi al fatto che siamo una specie resiliente e, se vogliamo, possiamo ancora evolvere e fare la differenza”.
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Gaia Cortese 22 Aprile 2023

"I nostri pensieri e le nostre azioni quotidiane hanno un impatto sul pianeta e questo ci rende potenti. Significa che, se gli esseri umani scelgono di farlo, possiamo cambiare dall'oggi al domani il futuro del nostro pianeta". Dall'ultimo lavoro di Anne de Carbuccia, artista e regista francese sensibile alle tematiche ambientali, arriva un messaggio positivo per il futuro del pianeta.

Viviamo in un'epoca geologica particolare, quella che se pur non ancora "ufficialmente", è stata definita Antropocene, vala a dire un'epoca in cui l'essere umano con le sue attività ha dimostrato di essere in grado di influenzare i processi geologici con modifiche territoriali, strutturali e climatiche.

Rispetto al 1860 il pianeta è più caldo di 1°C e secondo l’ultimo rapporto IPCC la necessità di contenere l’aumento della temperatura media globale entro +1,5°C rispetto all’era pre-industriale, è ormai un'urgenza. Per farlo, dobbiamo dimezzare le emissioni globali di CO2 entro il 2030 (e azzerarle entro il 2050), in pratica, solo sette anni di tempo per agire.

Avevamo incontrato Anne de Carbuccia, in occasione della Giornata nazionale del Mare: proprio immergendosi nelle acque del suo luogo di origine, la Corsica, l'artista francese aveva constato la gravità della situazione, ritrovando un mare soffocato dalla plastica, con un avita dimezzata.

Dopo aver dato voce al pianeta blu con il cortometraggio intitolato One Ocean, oggi l'artista francese ha voluto documentare le condizioni ambientali del pianeta dando voce a quelli che lei chiama Earth Protectorsdi cui parla in un film documentario (Earth Protectors, 2022) appena distribuito.

Chi sono per te gli Earth Protectors?

Gli Earth Protectors sono persone che ho incontrato in giro per il mondo quando sono andata a creare le mie installazioni (gli Altari del tempo, o Time Shrine)  in luoghi davvero remoti, quasi impossibili da visitare senza la guida di una persona del posto.

Per produrre questo film documentario ho viaggiato molto, sono stati dieci anni di progetto in cui ho incontrato tante persone che hanno capito lo scopo di quello che volevo fare e che mi hanno aiutato a creare le mie installazioni, comprendendo quanto avessi bisogno di essere guidata in luoghi che erano "loro".

Questa cosa mi ha colpito tantissimo e ho iniziato a vedere una specie di ripetizione di questi incontri: erano quasi sempre persone giovani, ma già in azione per salvaguardare il pianeta e al contempo per adattarsi ai cambiamenti climatici. Da lì mi è venuta l'idea di parlare del "dietro le quinte", per raccontare chi erano queste persone e come grazie a loro sono riuscita a realizzare questo lavoro. Così, nel 2018 ho "selezionato" alcune di queste persone e sono tornata da loro per girare il documentario e raccontare la loro storia.

Cosa ti ha colpito più di loro?

Quello che mi ha colpito molto è stato come si stavano adattando. Oggi, dopo l'esperienza del Covid, tutti comprendiamo il concetto di adattamento, ma queste persone sono da diverso tempo sul fronte del cambiamento climatico e ciò che più mi ha colpito è stata la loro facoltà di adattarsi e il farlo in modo positivo. Come specie  abbiamo una forma di resilienza, sappiamo che dobbiamo adattarci ai cambiamenti e lo faremo in modo positivo. Sono convinta che ciascuno di noi possa davvero fare la differenza per il nostro futuro. Gli Earth Protectors lo stanno già facendo e ci stanno dando un grande esempio.

Come possiamo diventare oggi  “forze geologiche positive”?

Quando parlo di "forze geologiche positive" mi riferisco all'Antropocene. Ormai il 99 per cento degli scienziati dichiara che ci troviamo in questa era, in cui l'uomo ha un impatto geologico sul pianeta, motivo per cui oggi in fondo al mare oggi trovi strati e strati di plastica.

“People need to question how the world could be made better? That’s what culture is about”.

Vivienne Westwood

Ho voluto riprendere il termine "geologico" perché il mio lavoro si concentra sull'Antropocene. Oggi noi siamo una forza geologica perché abbiamo la facoltà di lasciare un'impronta sul pianeta, e per quanto fino ad ora è stata negativa, potrebbe anche diventare positiva.

Secondo te, dovremmo chiederci come il mondo possa essere migliorato?

Si perché si tratta della nostra eredità. Tutte le società, e le civiltà prima di noi, hanno sempre riflettuto su cosa stessero lasciando alle generazioni future e, difatti, la maggior parte di loro, hanno lasciato cose straordinarie.

Al momento invece sembra che nessuno si ponga la stessa domanda, altrimenti non ci troveremmo in questa situazione. Oggi è chiaro che lasceremo un pianeta diverso da quello che abbiamo ereditato, ma il fatto che non sia al centro delle nostre conversazioni, da un punto di vista sociale, politico o culturale, è sbagliato. Non solo andando avanti così lasceremo in eredità un pianeta in condizioni estreme, ma stiamo già facendo perdere a molte società la loro cultura e nulla toglie che se andiamo avanti così, potrebbe accadere anche a noi.

Cosa pensi dei movimenti ambientalisti  portati avanti dalle nuove generazioni?

Sono dalla loro parte perché secondo me hanno un messaggio molto chiaro da trasmettere, contrariamente a quello che dicono tante persone. Loro stanno solo chiedendo di ascoltare la scienza, e noi non stiamo ascoltando la scienza. Né io né te, durante la nostra gioventù, abbiamo mai dovuto pensare che la nostra spiaggia preferita potesse un giorno scomparire: le nuove generazioni, invece, non sanno cosa rimarrà dei luoghi più amati. E' qualcosa che non è mai successo prima, non è mai stato messo in discussione il futuro del pianeta Terra, prima di oggi.

Secondo te che compito deve avere l’arte oggi?

Secondo me, arte e cultura sono fondamentali perché sono mezzi di comunicazione. L'arte ha sempre voluto rappresentare i fenomeni della propria epoca ed è importante che oggi, oltre a rappresentare alcuni fenomeni antropocenici, rappresenti anche questa sfida davanti ai cambiamenti climatici. Penso anche che l'arte, essendo qualcosa di emotivo, di visuale, possa trasmettere un messaggio oltre le parole. L'arte ha un ruolo fondamentale e l'ho visto tanto con il mio lavoro: può toccare in modi molto diversi le persone e può fare davvero tanto.

Con il tuo lavoro però diffondi un messaggio positivo…

Si perché credo che gli Earth Protectors, in realtà, siano solo un'estensione di quello che possiamo fare tutti noi. Ho ancora questa voglia di fidarmi e affidarmi al fatto che siamo una specie decisamente resiliente e, se vogliamo, possiamo cambiare, evolvere e fare la differenza. Il problema è che abbiamo molto poco tempo per farlo e dobbiamo farlo adesso.